Fiducia al Governo in Senato. Letta vola in Europa

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Fiducia al Governo in Senato. Letta vola in Europa

30 Aprile 2013

Visti i risultati elettorali, il Senato avrebbe dovuto rappresentare il Vietnam del mai nato governo di minoranza a trazione bersanian-vendoliana. Invece il premier Enrico Letta incassa la fiducia, con 233 sì, 59 no e 18 astensioni, dopo aver ottenuto anche quella alla Camera nella giornata di ieri. Ma il presidente del Consiglio è cauto: "Troppe aspettative intorno a questo governo, la situazione rimane estremamente grave e di emergenza".

I problemi, insomma, restano. La pacificazione non si fa in un giorno. E trovare la quadra rispetto a forze politiche dai programmi contrapposti non sarà una passeggiata, viste le prime frizioni sull’IMU. Le parole d’ordine per il Premier restano realismo e concretezza. "Non ci sono alternative allo stare insieme – ha ribadito -. Quello che facciamo sarà decisivo, se da qui escono parole di fiducia sul fatto che l’Italia può uscire da questa situazione".

No scontato dei 5 Stelle, con Crimi che spara a zero sulla candidatura Berlusconi alla Convenzione per le riforme: "Nessun commento è sufficiente a descrivere il nostro sdegno", ma dice che il movimento si comporterà in modo responsabile sui contenuti (ieri alla Camera i grillini avevano applaudito il passaggio del discorso di Letta in cui si annunciava il taglio degli stipendi ai ministri). 

Rientrata almeno per il momento la fronda nel Pd, con il capogruppo Zanda che annuncia "leale sostegno" all’esecutivo. Per il capogruppo Pdl, Schifani: "Il programma del governo merita la nostra fiducia perché in un momento in cui sembrava prevalere l’umore peggiore della piazza ha saputo affermare il primato della politica e della responsabilità". Ok dei montiani.

Oggi Letta parte per il suo mini-tour tra le capitali europee, incontrando in una serie di vertici la cancelleria Merkel, il presidente Hollande e il presidente della Commissione Europea, Barroso. Non sarà facile far passare la posizione dell’Italia in Europa, "Di solo risanamento si muore", ha detto il Premier, che dovrà vedersela con una Merkel che a un tiro di schioppo dalle elezioni deve rispondere a una nazione che non vuole cedimenti nel rigore verso i Paesi dell’Europa meridionale.

Il francese Hollande è un alleato, e l’esecutivo italiano, "un governo politico", come l’ha definito Napolitano, ha senz’altro maggiori capacità di negoziare rispetto alla parentesi montiana. I tecnici hanno ridato credibilità al Paese, secondo il senso comune, ma non erano stati eletti. Come pure gioca a favore di Letta il suo indubbio europeismo. L’allievo di Beniamino Andreatta ha detto in Parlamento: "L’Europa non è il passato, ma lo spazio politico per rilanciare la speranza".

I nostri partner però chiederanno presto come farà l’Italia a rispettare gli impegni sul bilancio e lo sforamento del deficit tagliando l’IMU.