Filippine. Rapitori rinnovano minaccia di decapitazione

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Filippine. Rapitori rinnovano minaccia di decapitazione

30 Marzo 2009

I ribelli islamici del gruppo di Abu Sayyaf, che hanno rapito tre volontari della Croce rossa internazionale, tra cui l’italiano Eugenio Vagni, hanno rinnovato per l’ennesima volta la minaccia di decapitare gli ostaggi fissando un ultimatum: le 14.00 di martedì 31 marzo (le 8.00 in Italia).

Se entro allora – riferiscono diverse fonti a Manila – l’esercito filippino non si sarà ritirato da 14 villaggi della provincia di Sulu, gli ostaggi saranno uccisi. Nell’annunciare l’ultimatum dei rapitori il ministro dell’interno filippino, Ronaldo Puno – citato dalla emittente televisiva filippina "Gma News"  – ha subito messo le mani avanti: "è impossibile soddisfare la loro ultima richiesta di completare il ritiro entro 24 ore. Sarebbe difficile anche in 48 ore. Ci troviamo nella situazione in cui anche se volessimo, non potremmo farlo".

In un’intervista telefonica al Manila Bulletin, il governatore della provincia di Sulu, Abdusakur Tan, riferisce: "i rapitori ci hanno chiesto un ritiro totale dell’esercito … Hanno ribadito che faranno quello che vorranno agli ostaggi se noi non daremo loro quello che chiedono".

Il governatore ha quindi aggiunto, lapidario: "Si sta mettendo male".