Filippine. Scaduto ultimatum, dichiarato lo stato d’emergenza a Jolo
31 Marzo 2009
di redazione
L’isola di Jolo è da oggi ufficialmente sotto stato d’emergenza e si fa più concreta la possibilità di un’operazione dell’esercito per tentare di liberare i tre operatori della Croce Rossa – l’italiano Eugenio Vagni, lo svizzero Andreas Notter e la filippina Mary Jean Lacaba – rapiti il 15 gennaio dal gruppo terroristico Abu Sayyaf, che ha minacciato di decapitare oggi uno degli ostaggi.
I rapitori hanno posto come condizione per evitare l’esecuzione il ritiro dell’esercito da gran parte dell’isola entro le due ora locale di oggi, le nove in Italia. Le forze di sicurezza erano già arretrate di diversi chilometri nei giorni precedenti, ma Manila ha definito "impossibile" un ritiro completo.
Secondo Abdusakur Tan, governatore della provincia di Sulu, alla quale fa capo amministrativamente l’isola di Jolo, sarebbe adesso imminente un attacco dell’esercito. Lo stato d’emergenza implica una limitazione degli spostamenti dei civili e posti di blocco.
I rapitori dei tre operatori della Croce Rossa avevano ieri ribadito la loro minaccia chiedendo al governo di Manila di ritirare le forze governative che li tengono sotto assedio sull’isola di Jolo, minacciando in caso contrario di decapitare uno degli ostaggi.
Il senatore Richard Gordon, presidente della Croce Rossa filippina, ha riferito di aver parlato per telefono con il leader di Abu Sayyaf, Albader Parad 30 minuti prima dello scadere dell’ultimatum. Parad ha confermato l’intenzione di tradurre in pratica la minaccia. "Parad ha detto che faranno ciò che intendono fare", ha dichiarato Gordon nel corso di una conferenza stampa in cui è tornato a chiedere ad Abu Sayyaf di risparmiare la vita degli ostaggi.