Filippine, velista tedesco decapitato da cellula terroristica legata all’Isis
27 Febbraio 2017
È finita tragicamente la vicenda di Jurgen Kantner, velista tedesco di 70 anni, rapito il 7 novembre scorso a bordo del suo yacht, il Rockall – dove è stato trovato il corpo senza vita di sua moglie – , nelle acque meridionali delle Filippine, dai militanti di Abu Sayyaf, gruppo legato all’Isis.
Come riporta Site, network che monitora l’estremismo islamico su Internet, l’ostaggio tedesco è stato decapitato. E a comunicarlo sarebbero stati gli stessi militanti della cellula terroristica attraverso la pubblicazione del video dell’esecuzione.
Il governo di Manila ha confermato la decapitazione. Per Kantner era stato chiesto un riscatto di circa 600mila dollari. L’inviato del governo tedesco Jesus Dureza, che ha negoziato con i militanti, ha dichiarato di aver sentito parlare del video e di poter confermare che Kantner è stato ucciso, ma di non aver ancora ricevuto il corpo del 70enne.
“Siamo addolorati e condanniamo la barbara decapitazione di un’altra vittima di rapimenti”, ha detto il rappresentante governativo Jesus Dureza in un comunicato pubblicato su Facebook. “Fino all’ultimo momento, in molti tra cui le forze armate filippine hanno tentato tutto il possibile per salvare la sua vita. Abbiamo tutti fatti del nostro meglio, ma invano”, conclude il comunicato.
Ma Kantner probabilmente non era solo. Fonti filippine sostengono che Abu Sayyaf, nella sua roccaforte sull’isola meridionale di Sulu, potrebbe avere in ostaggio ancora 19 stranieri e sette filippini. Al riguardo, per ora, non ci sono conferme ufficiali.