Filosofia pussa via. Ma la riforma dei libri di testo in Marocco non era all’insegna dell’islam moderato?
29 Dicembre 2016
Cos’è la filosofia? “E’ la materia del dubbio e della perdizione. Chiunque vi si ispiri sarà posseduto da Satana e il suo cuore non crederà più alla profezia di Maometto”. A illustrare la retta via, coniando la perfetta definizione della disciplina, ci ha pensato un manuale di educazione islamica che si inserisce nel clima poco pacifico dell’insegnamento marocchino.
Dopo le annotazioni sessiste nei sussidiari di uso comune, dopo la polemica sull’inutilità della scuola pubblica, il passo successivo non poteva che interessare la disciplina che più dovrebbe indurre ad usare la ragione. E così, questa volta, a protestare sono gli insegnanti di filosofia. Il Ministero dell’Educazione del Marocco aveva promosso, infatti, un progetto di riforma al fine di enfatizzarre “un islam tollerante in tutti i gradi di scuola, dalle elementari al liceo”, ma i manuali tornati in libreria fanno discutere più di prima. Sfogliandoli le intezioni sembrano di tutt’altro avviso.
È così che due mesi dopo la stesura dei nuovi testi, a controllo non ancora del tutto completato, sono arrivati i primi guai. L’associazione dei professori di filosofia si è mobilitata in particolare contro uno dei sussidiari della serie Al Manar. Nello stesso la disciplina di Socrate e Platone viene accusata di essere contraria all’islam. In particolare di essere “essenza stessa della degenerazione”.
L’associazione degli insegnanti ha sottolineato il carattere “pericoloso” dei libri riscritti che, tra l’altro, classificano le scienze in “legittime” e “illegittime”. Come se ci fossero scienze “haram” e “halal”. Ma i docenti sono stati accusati, attraverso il loro segretario nazionale, Abdelkarim Safir, di aver osato criticare “il carattere radicale e l’influenza wahhabita” dei testi.
Insomma, siamo di fronte ad un sostanziale passo indietro di qualche decennio. Alla faccia della riforma.