Finalmente la svolta campana sui rifiuti

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Finalmente la svolta campana sui rifiuti

20 Gennaio 2012

L’approvazione del piano di gestione dei rifiuti da parte del Consiglio regionale della Campania ha premiato l’impegno e la determinazione dell’Assessore all’Ambiente Giovanni Romano. Il traguardo è stato tagliato utilizzando i tempi supplementari accordati dalla Commissione europea rispetto al timing inizialmente concesso con la lettera di messa in mora del 29 settembre scorso. Sull’esecutivo regionale pesavano diciassette anni di tentativi falliti e, dunque, una impegnativa eredità alla quale si sono aggiunti, strada facendo, il cambio di guardia nella città capoluogo, il peggioramento della raccolta a Napoli e l’insediamento di un nuovo governo nazionale.

Il primo evento, l’elezione di Luigi De Magistris al comune di Napoli, ha rischiato di vanificare oltre un anno di lavoro. Il contrasto sull’impianto di Napoli Est e il tentativo di scavalcare la Regione, proponendo un negoziato diretto con l’Unione europea, nonché la sospensione della raccolta differenziata per contrasti con le strutture operative, hanno provocato un rallentamento e hanno fatto seriamente temere per il buon esito della vicenda. Tanto che dopo visite e sopralluoghi da parte del Commissario Europeo e di funzionari della DG ambiente, alla fine il Commissario all’Ambiente Potocnik inviò la ben nota lettera di messa in mora all’Italia.

Oggi l’incertezza viene superata dal piano che conferma l’impianto nell’area e consente di riaprire la procedura per la gara e l’appalto e dall’accettazione del metodo della cooperazione istituzionale da parte del Sindaco della città capoluogo. Il passaggio di consegne dal Governo Berlusconi al Governo Monti ha poi imposto un’altro "stop", per consentire il subentro al nuovo ministro nella delicata questione, al quale ha fatto seguito fortunatamente il necessario successivo "go", intervenuto però solamente in limine litis

Il decreto sulla Campania è stato rimaneggiato più volte anche nelle ultime ore. La possibilità di trasferire i rifiuti fuori regione ha, infatti, aperto un serio conflitto tra regioni e ha inasprito i già tesi rapporti con il Nord.

La commissione europea ha compreso e aspettato. Oggi mette noi in attesa sulla valutazione del piano. La previsione di un esito positivo si fonda su considerazioni di fatto.

Ricordo che prescrizioni e termini di adempimento all’Italia e, per essa, alla Campania sono stati dati dalla Corte Europea, che, decidendo sul ricorso presentato nel 2007 dalla Commissione Europea contro il Governo Italiano e quello regionale, nel marzo del 2010, stabilì che nei 24 mesi dalla data di deposito della sentenza, il nostro paese avrebbe dovuto: 1. Approvare il piano regionale; 2. Chiudere la gestione emergenziale; 3. Ricostruire la contabilità della unita di gestione dei rifiuti dal 1994 al 2007; 4. Promuovere sistemi di partecipazione e informazione per i cittadini.

E dunque, il piano è stato approvato, la fase dell’emergenza è stata chiusa il 31 dicembre 2009, la rendicontazione, affidata alle unità stralcio appositamente costituite, è stata consegnata ed è stata costituita una rete informatizzata aperta al pubblico. Aggiungo che in questi 20 mesi la Regione ha dato avvio, per quanto possibile, alle attività necessarie a gestire l`ordinario.

Al netto della raccolta differenziata la produzione media giornaliera di Rifiuti urbani per l’intera  Regione, nel 2011, è scesa a 4.400 tonnellate, per un ammontare complessivo di circa 1.600.000 tonnellate all’anno, distribuita nella misura di 2,83% a Benevento, 5,03% ad Avellino, 9,81% a  Salerno, 19,48% a Caserta e 62,85 a Napoli. Nel 2010 le tonnellate erano 5100, nel 2009 5400. La raccolta differenziata è passata dal 30% del 2009 al 36% dello scorso anno.

Senza dubbio è iniziata una nuova fase. In questo nuovo quadro non si può, però, dimenticare quel danno esistenziale, riconosciuto con la recente sentenza della Corte Europea, che le istituzioni dovranno ripagare ai cittadini campani con un piano di sviluppo regionale. La Giunta Caldoro non può ritenere chiusa la partita.

Il 25 a Bruxelles il Ministro Clini e l’Assessore Romano dovranno iniziare a programmare  con il Commissario Potocnik l’uso delle ingenti risorse bloccate da oltre cinque anni per realizzare un’azione di risanamento del nostro territorio.

* Europarlamentare PDL-PPE