Finalmente nel Pdl si torna alla politica (della maggioranza)
23 Aprile 2010
di redazione
Comunque vada, la giornata politica di ieri è stata un successo. Il faccia a faccia all’arma bianca finian-berlusconiano si leggerà nei libri di storia e anche se alla fine il presidente della Camera dovesse rientrare nei ranghi e in tempi brevi, ad una rilettura degli eventi fatta con gli occhi della storia – e forse anche di qualche giornale di oggi – l’ex leader di An avrà fatto la sua bella figura.
Un solo rammarico rimane, ripensando alla carrellata degli interventi: che a parlare dal palco dell’Auditorium della Conciliazione di Roma dove si è svolta la direzione nazionale del Pdl, siano stati solo i sostenitori del Cav. Ci sarebbe piaciuto, e molto, sentire i vari Bocchino, Granata e compagnia bella sostenere le ragioni del loro leader. Ma purtroppo ieri non è stato possibile.
L’unica fortuna è che stavolta – almeno si spera – nessuno se la sentirà di dire che è stato Berlusconi a mettere il bavaglio a quella minoranza dissenziente che da mesi ha il coraggio di levare la propria voce a sostegno di alte e altre ragioni politiche. Poiché stavolta i finiani hanno scelto volontariamente il silenzio, rinunciando con una certa fretta a quello spazio di manifestazione del libero pensiero che tanto agognano, e che puntualmente – dicono loro – gli viene negato nel partito. Ironia delle scelte…
Eppure, nelle retrovie del battaglione finiano c’è chi ha parlato per tutti. E, ci consola, con un certo grado di apprezzamento dell’accaduto:
"Finalmente", scrive Filippo Rossi sul webmagazine di FareFuturo. "Finalmente la politica. Finalmente le parole hanno un senso. Finalmente la libertà di parlare. Di dissentire. Di dire quello che si pensa. Di dire, questo mi piace e questo no. Finalmente la possibilità di alzarsi in piedi. Finalmente! Finalmente la voglia di partecipare. Di esserci. Finalmente passione e non canzoncine. Finalmente un po’ di rabbia. E di orgoglio. L’orgoglio di dividersi sui contenuti, su una possibile idea d’Italia. Finalmente qualcosa si muove. Finalmente la plastica si squaglia al calore della vita vera. Del coraggio. Finalmente parole e non propaganda. Finalmente il senso dell’onore. Dell’azione bella perché inutile a se stessi. Finalmente idee e parole come senso dello Stato, legalità, unità nazionale. Finalmente l’Italia. Finalmente la libertà. Finalmente la politica”.
In cui a vincere è la maggioranza. Finalmente.