Finanziamento partiti, mozione M5S cade nel vuoto. Meglio così
18 Luglio 2013
di redazione
L’ennesima sceneggiata dei grillini sul finanziamento ai partiti va in scena ieri in Parlamento, con i deputati pentastellati che polemicamente lasciano fac simile di banconote da 500 euro sui banchi del Governo. La mozione M5S che chiedeva l’abolizione totale e immediata dei finanziamenti è stata respinta e i grilli fanno caciara dentro e fuori l’aula, ad uso e consumo della odiata stampa. "Pd, Pdl e Sel hanno confermato che sui soldi sono sempre uniti. Insieme hanno votato contro la sospensione della tranche di luglio schierandosi dietro la promessa di un ddl che dovrebbe convertire il tipo di finanziamento da diretto ad indiretto, ma dal 2017. Il paese pero’ e’ in crisi oggi" dice il grillino Di Stefano. Ma non racconta la verità. La "conversione" come la chiama, sarà operativa già nei prossimi anni in maniera graduale, fino alla completa abolizione fra tre anni. I grilli ce l’hanno non solo con la maggioranza e la sua "mozione-operazione di immagine", ma anche con SeL, "chiedono ulteriori studi ma intanto i soldi se li tengono". Interviene anche Grillo. Il capocomico laconico scrive su Twitter: "I partiti si tengono i soldi: 91.354.339 euro". Ieri parlando alla Camera il ministro Quagliariello aveva spiegato perché è necessario un passaggio graduale al nuovo sistema. A rischio ci sono i posti di lavoro nei partiti e i crediti di chi con le forze politiche ha lavorato. Ma per 5 Stelle questo evidentemente non è un problema.