“Fini ha cambiato idea, ma la vera Destra siamo noi e stiamo nel Pdl”

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

“Fini ha cambiato idea, ma la vera Destra siamo noi e stiamo nel Pdl”

03 Maggio 2010

"Fini ha cambiato idea, la Destra no. La vera An siamo noi". Nel giorno in cui il presidente della Camera riserva l’ennesima stoccata al Cav. sulla politica fatta coi sondaggi e s’intesta ufficialmente il progetto politico di "Generazione Italia" lanciando dal sito di Italo Bocchino l’operazione dei Circoli territoriali della sua corrente, le parole di Massimo Corsaro, colonna della Destra lombarda e uomo forte di Ignazio La Russa, suonano come una sfida aperta nel campo di An. Come in una competizione a chi rappresenta più e meglio dell’altro il patrimonio del partito di via della Scrofa, la sua storia, i valori, le tradizioni. Quelle che "Fini ha abbandonato per intraprendere un altro percorso". E con esse il bacino di consenso che da un pò di tempo a questa parte la Lega sta erodendo.

Onorevole Corsaro, La Russa ha fondato una nuova area di Destra nel Pdl. Perché?
Abbiamo ritenuto che ce ne fosse bisogno specie in un momento di disorientamento generato dall’atteggiamento incomprensibile di alcuni amici che provenivano da An, come il presidente della Camera Fini, che hanno messo improvvisamente in difficoltà il Pdl aprendo un dibattito fortemente polemico all’indomani di un successo elettorale che, invece, avrebbe meritato una migliore sottolineatura. Ricordo che questo governo e il partito principale azionista del governo, pur in un periodo di crisi economica internazionale sono riusciti a vincere le elezioni di medio termine, cosa diversa da ciò che accade in Francia, in Germania o in Inghilterra.

Quindi adesso che succede?
Il fatto che dentro il nostro partito nasca una forte polemica non viene compreso dai cittadini che non vivono delle alchimie di partito o di qualche conventicola di segreterie. Ai nostri elettori vogliamo dire forte e chiaro che se Fini e alcuni insieme a lui, in piena legittimità, hanno deciso di spostare la loro linea culturale verso altri profili, noi siamo quelli che provenendo dalla Destra non sono pentiti del proprio percorso, tutt’altro. Siamo convinti che la coerenza sia ancora un valore e dunque restiamo saldamente ancorati alle impostazioni originarie, ben consapevoli di rappresentare un valore aggiunto nel Pdl.  Noi siamo fortemente nel Pdl dal quale non si torna indietro; per questo vogliamo giocare il ruolo di portatori autentici dei valori della Destra, così come deve essere in un grande partito del quaranta per cento. Temi che qualche volta potranno essere maggioritari, altre volte no e rispetteremo la linea della maggioranza, ma intendiamo affermare la possibilità di parlare nel Pdl anche con i toni e i contenuti della Destra.

Ma che bisogno c’era di varare una nuova "area" di Destra visto che solo quattro mesi fa ad Arezzo lo stesso La Russa insieme a Gasparri, Matteoli e Alemanno ha fondato Generazione Pdl (presenti anche Urso e Bocchino), subito ribattezzato il “correntone di An”?
Quella di allora fu un’operazione importante e continua ad esserlo perché condivisa da gran parte dei componenti del Pdl. Fu un’iniziativa aperta da La Russa e Gasparri ma partecipata da Tremonti, Scajola, Formigoni, Cicchitto, Quagliariello. E’ quello il riferimento, il taglio che vogliamo dare a un partito che sa discutere ma che sa mettere insieme persone che vengono da culture diverse. Riteniamo che a questa sorta di bombardamento che da mesi sta attuando il presidente Fini rispetto ai temi cari all’elettorato di destra, si debba rispondere dicendo attenzione, la destra non si è persa perché i punti di riferimento ci sono e siamo noi. Non è un caso che la quasi totalità dei consiglieri regionali e dei parlamentari si riconoscono nella nostra linea. 

Dunque la vostra è la risposta alla corrente del presidente della Camera?
Mi pare abbastanza evidente. È Fini che sulla sicurezza e sull’immigrazione ha cambiato idea; è lui che sui temi etici ha cambiato idea; è lui che sull’identità nazionale esprime dubbi sul governo. Noi quelli eravamo e quelli siamo rimasti. Non è che se Fini cambia idea, deve cambiare idea la Destra. La Destra è un dato identitario, emotivo, prima ancora che politico: c’era prima di Fini e continuerà ad esserlo anche dopo. E’ lui che ha scelto un percorso diverso, non noi.

Dica la verità, anche voi avete fondato una corrente?
No, perché nel Pdl non ci sono correnti organizzate e non vogliamo che ce ne siano. Noi intendiamo dare un forte contributo di Destra a un partito che esprime posizioni di stampo laico-socialista coi ministri Brunetta, Sacconi e Tremonti, una forte espressione dell’area cattolica che si connota sui temi della difesa della vita rappresentate da Comunione e Liberazione e da altre componenti. Ecco, con la stessa logica noi pensiamo che nel Pdl ci debba essere, orgogliosamente, una sensibilità di destra che potrebbe anche non coincidere solo con chi proviene da An, ma manifestarsi trasversalmente su alcune battaglie comuni. La nostra “area” è ben diversa da una corrente che, invece, si chiude su se stessa e fa una battaglia autoreferenziale.

Eppure Bocchino plaude alla vostra iniziativa e la saluta come una nuova corrente nel Pdl per alimentare quel pluralismo di idee che, a suo dire, va rafforzato. Posizione strumentale?
È  ovvio che a chi ha dichiarato ai quattro venti di voler dar vita a una corrente minoritaria in un partito che invece vuole riconoscere le diverse provenienze e armonizzarle tra loro, fa comodo dire che anche gli altri si organizzano in corrente. Non è così, noi non ci organizzeremo, nè ci struttureremo sul territorio come stanno facendo i finiani. Osservo peraltro che è alquanto curioso il modo in cui i finiani hanno dato vita alla loro componente, cioè dopo aver affermato che le correnti sono metastasi. Con una battuta dico che evidentemente l’oncologo ha cambiato idea sulla diagnosi.

"La Nostra Destra nel Pdl" è  stata tenuta a battesimo domenica a Milano. Resterà entro i confini lombardi o avrà ramificazioni nel resto d’Italia?
A livello nazionale 76 parlamentari su 120 e 110 su 115 consiglieri regionali hanno sottoscritto il documento che elaborammo in risposta all’iniziativa di Fini. Dunque, siamo interpreti di una sensibilità che è largamente maggioritaria. La nostra iniziativa è nata in Lombardia ma non ha un recinto prestabilito. Noi a Milano insistiamo molto su temi che sono sempre stati nostri, quali sicurezza e immigrazione ma sono convinto che in altre parti d’Italia si farà altrettanto magari tipicizzando le tematiche in base alle problematiche dei territori. Se da noi si parla di sicurezza, altrove si insisterà sui temi del lavoro e del sociale.

Sta dicendo che l’area fondata da La Russa è una risposta alla Lega che alle regionali ha eroso buona parte del consenso di An, specialmente al Nord?
Non voglio essere polemico con la Lega che ha fatto il suo mestiere e ha saputo farlo bene. Il partito di Bossi è cresciuto perché ha trovato campo aperto esattamente su quei temi che da sempre avevano contraddistinto le battaglie di An.

Tutta colpa di Fini?
Fino a quando An ha detto chiaro e tondo quale era la sua impostazione su sicurezza e immigrazione, sulla priorità ai diritti degli italiani, la Lega anche in Lombardia e soprattutto nelle grandi città è sempre stata relegata in un bacino di consenso elettorale inferiore a quello di An. Quando, invece, il messaggio del nostro partito è sembrato controverso perché Fini ha usato un linguaggio poco comprensibile per noi e totalmente incomprensibile per l’elettorato, la Lega ha preso campo. Ma non se ne può fare una colpa al Carroccio. Noi vogliamo tornare a dire senza alcuna esitazione e senza che il riferimento al nostro ex leader possa condizionarci sul piano della comunicazione politica, che su certi temi non siamo sescondi a nessuno. L’originale siamo noi, non la fotocopia.

Fini lancia i Circoli territoriali di Generazione Italia e bacchetta il Cav. sulla politica fatta coi sondaggi. Lei che viene da An che effetto le fa e qual è la strategia che intravede?
Sul secondo punto sono d’accordo con Fini, qualche volta mi capita. Ma dico che la nostra linea di coesione nel Pdl è talmente poco basata sui sondaggi che il punto di riferimento sono le recenti elezioni vinte dal centrodestra. Non so se chi cerca di fare una corrente di minoranza e preconizza la costituzione di gruppi parlamentari autonomi lo faccia sulla scorta di un consenso elettorale certificato o sulla base di un sondaggio. Io so che il Pdl il suo consenso certificato ce l’ha nelle urne, non coi sondaggi.  

E sulla nascita dei Circoli finiani? Non pensa che sia un elemento destabilizzante per il Pdl?
Per il momento è la chiara strutturazione di una corrente territorializzata, cioè diverse cellule che costituiscono la metastasi. L’auspicio è che non diventino mai la gemma di fioritura di un nuovo soggetto politico.

Intravede questo rischio?
In questo momento non mi sento di escluderlo, perché quando si parla di gruppi autonomi di parlamentari eletti in uno stesso partito e dunque con un  mandato preciso da parte degli elettori, immagino che qualcuno possa pensare a una deriva che porta alla scissione.

Come la mettete coi finiani che sembrano sempre più un piccolo partito nel partito? La scorsa settimana il caso Bocchino ha provocato un livello altissimo di tensione nel Pdl, ieri Granata ha chiesto le dimissioni di Scajola. 
Le parole di Granata non sono una novità, del resto è dall’inizio della legislatura che non è in linea con la maggioranza. Su Italo devo dire che mi dispiace perché a lui mi lega una vecchia e consolidata amicizia personale. Tuttavia, la vicenda della settimana scorsa è stata creata tutta da lui. E’ lui che ha avvertito un disagio tale da presentare le dimissioni, poi ha cercato di tramutare il suo gesto nel condizionamento su eventuali dimissioni del presidente Cicchitto che nessuno ha chiesto. Infine, ha presentato dimissioni irrevocabili salvo poi parlare di epurazione. Ma uno che in due giorni scrive tre volte la lettera di dimissioni non può parlare certo di epurazione.

Cosa vi aspettate dai finiani a Montecitorio sui dossier strategici del governo, a cominciare dalla giustizia?
Resto da un lato alle dichiarazioni del presidente della Camera che ha assicurato lealtà al governo e alla maggioranza, dall’altra noto che in questi giorni sono uscite agenzie su Bocchino che diceva cose del tipo ‘adesso se vorranno i nostri voti ci dovranno convincere punto per punto’. Lo considero l’atteggiamento di chi mentalmente è già in un altro partito. Tra le due, spero che prevalga la posizione di Fini. Del resto cono convinto che chi è eletto nel Pdl e fa parte della maggioranza debba avere un atteggiamento di lealtà anzitutto nei confronti degli elettori che non capirebbero perché mai uno che ha ricevuto un mandato preciso – cioè il centrodestra al governo – possa decidere di metterlo in discussione. Se poi dovesse accadere qualcosa che ci mette in seria difficoltà, beh allora meglio una soluzione drastica…

Elezioni anticipate?
Non sono spaventato dall’ipotesi del voto anticipato. Resto convinto che non accadrà e che ci sarà una posizione di lealtà verso il governo che porterà a compimento questa legislatura. Certo, se qualcuno pensa alla formula del logoramento e di complicare la strada sul raggiungimento degli obiettivi programmatici per i quali gli elettori ci hanno dato la fiducia, allora è meglio andare alle urne domani mattina, non tra sei mesi o un anno.