Fini: “Non c’era ragione perchè Tremonti diventasse vicepremier”
29 Ottobre 2009
di redazione
Soddisfatto per come si è chiuso il caso Tremonti. Così Gianfranco Fini si esprime sulle fibrillazioni dei giorni scorsi nella maggioranza e nel governo. In un colloquio con Bruno Vespa (per il libro del giornalista che uscirà a novembre) il presidente della Camera Gianfranco Fini giudica ”del tutto soddisfacente” la soluzione del confronto nel governo sulla politica economica e parla del “cortocircuito” che si era creato con alcuni ministri che soffrivano di ”tagli indiscriminati”.
Il problema, spiega, “nasceva dalla contestazione di alcuni ministri ai tagli indifferenziati imposti dal ministero dell’ Economia. In certi dicasteri si soffriva, ma si sopravviveva, in altri i tagli impedivano di avviare qualunque politica di sviluppo. Nessuno discuteva la primazia del ministro dell’Economia, ma si era creato un cortocircuito su questo punto. Ho detto a Berlusconi che non c’era nessuna ragione perché Tremonti diventasse vice presidente del Consiglio”. Per il presidente della Camera la soluzione della “cabina di regia” è del tutto “soddisfacente: un organismo collegiale presieduto da Tremonti verificherà come coniugare rigore e sviluppo. E’ quanto mi era capitato di auspicare in modo anche brutale: il PdL non poteva essere un organigramma” osserva Fini che ricorda come “la mia richiesta di trovare organismi di discussione sembrava provocatoria e velleitaria. Oggi l’investitura data da Berlusconi ai tre coordinatori dimostra che il partito è il luogo in cui si prendono le decisioni. Il primo a trarne vantaggio sarà proprio il presidente del Consiglio”.
Quanto all’ipotesi di Tremonti vicepremier, il presidente della Camera sottolinea che “non c’era nessuna ragione” per arrivare a questa nomina.