Fini vuole il Lodo purché sia contro Berlusconi

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Fini vuole il Lodo purché sia contro Berlusconi

25 Ottobre 2010

Gianfranco Fini ha detto basta con le leggi ad personam. Lo dice e lo ripete in ogni dove, quasi a farsi perdonare di tutte quelle che fino ad oggi potrebbe aver sostenuto. E’ categorico quando lo dice, quasi altrettanto categorico di quando sosteneva a ripetizione che “il governo è quello uscito dal voto o si torna alle urne”. Ma tant’è.

Ora il suo mantra è sulle leggi ad personam: “i miei deputati (eletti nel Pdl , ndr) non le sosterranno!”. Benissimo. Ma allora dovrebbe rendersi conto che dire no alla reiterabilità (scusate la parolaccia) del Lodo Alfano vuol dire esattamente pretendere un provvedimento ad personam.

Il meccanismo del Lodo Alfano, piaccia o meno, è collegato alla carica: se uno è eletto presidente della Repubblica o presidente del Consiglio è protetto dallo scudo, a prescindere da chi sia in quel momento ad occupare quel posto. Diciamo per intenderci che sopra il Quirinale e sopra Palazzo Chigi, con l’approvazione del Lodo, si attiva uno scudo invisibile e permanente che protegge i suoi inquilini dai processi per tutto il tempo che vi alloggiano. Ora Fini propone che in futuro, se Berlusconi dovesse tornare a Palazzo Chigi per un nuovo mandato da presidente del Consiglio, o arrivare al Quirinale come presidente della Repubblica, quello scudo dovrebbe improvvisamente spegnersi, lasciando vulnerabili quei palazzi. Non conta più la carica dunque ma la persona che la ricopre. Il buffo è che Fini si vende questa modifica come un provvedimento necessario ad evitare che lo scudo sia ad personam, e lo fa con quella sua solita supponenza come se leggesse le eterne tavole della legge.

Oggi il Corriere si chiede quale siano le vere intenzioni di Fini (e di Berlusconi). Quelle di Fini paiono lampanti: infliggere il massimo danno a Berlusconi a qualsiasi costo, spazzarlo via dalla scena politica, umiliarlo, distruggerlo. A questo scopo ogni cosa è ipotecabile, anche il futuro.

Poco importa che il presente si attorcigli attorno al nulla: tutto deve essere curvato alla bisogna della sua personale rivalsa. A lui e a tutti i nuovi futuristi rampanti andrebbe ricordata una bella frase di Kafka: “Lascia dormire il futuro come merita. Se lo si sveglia prima del tempo si ottiene un presente assonnato”.