Firenze, c’è fermento nel Pdl. Giovedì faccia faccia tra Berlusconi e Galli

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Firenze, c’è fermento nel Pdl. Giovedì faccia faccia tra Berlusconi e Galli

03 Marzo 2009

Il d-day potrebbe essere giovedì. A Roma. Nell’incontro con Silvio Berlusconi per sciogliere definitivamente gli ultimi nodi sulle amministrative a Firenze e ufficializzare il nome del candidato sindaco che il Pdl metterà in campo per sfidare il competitor, Matteo Renzi (Pd) attuale presidente della Provincia, uscito vincitore dalla tribolatissima arena delle primarie del centrosinistra lasciando al palo esponenti “eccellenti” del suo partito con in testa i parlamentari Lapo Pistelli (ex Dl a suo tempo indicato dall’ex segretario democratico Veltroni) e il dalemiano di ferro Michele Ventura.

Nelle file del centrodestra il nome in pole position è quello di Giovanni Galli, ex portiere della Fiorentina e del Milan e della Nazionale (Messico ’86), oggi commentatore sportivo per Mediaset. Contatti con i vertici del Pdl ci sono già stati in questi giorni per verificare la fattibilità dell’operazione, manca l’imprimatur definitivo del Cavaliere.

Amatissimo in riva d’Arno, Galli è personaggio al quale la gente riconosce grande umanità e disponibilità. Doti che mette in pratica ogni giorno lavorando nel settore del sociale con la Fondazione intitolata al figlio Niccolò, prematuramente scomparso in un incidente stradale. A Firenze lo considerano “uno di noi” e lui questo lo sa. Lo dice chiaro quando parla di sé e tuttavia usando quella dose di prudenza che la circostanza impone.

“Io sono un uomo pratico, abituato ad affrontare i problemi quotidiani, quelli che riguardano tutti noi. Da fiorentino vivo la vita in mezzo alla gente e con la gente ho sempre avuto un rapporto speciale, diretto, immediato”. Tocca solo di straforo l’impegno che potrebbe essere chiamato a svolgere per “la mia città”, ma non nasconde un certo interesse per una sfida che lui stesso sa essere strategica per il futuro di Firenze. Questa volta come non mai.

Non promette “nessuna rivoluzione” se la scelta definitiva ricadrà sul suo nome contro il rutelliano Renzi, rampante piddino che nell’urna delle primarie è riuscito a ribaltare equilibri (o disequilibri) interni al suo partito nella perenne lotta tra correnti e capi-corrente. Galli mantiene inalterato profilo e approccio pragmatico alle cose da fare. E guardando all’ipotesi di una sua discesa in politica, insiste su un punto che per certi aspetti suona già come un manifesto elettorale: “Da fiorentino voglio far rispettare e rinascere la mia città”. Altro non aggiunge il “portierone” Galli, come lo chiamano in riva d’Arno, in attesa che l’operazione Firenze sia definita, anche perché – aggiunge con piglio deciso – “mi piacerebbe prepararmi al meglio”. E il “meglio” è garantire il governo dell’alternanza dopo decenni di giunte monocolore ai quali si aggiungono gli ultimi nove anni del sindaco uscente Leonardo Domenici che hanno scatenato nell’elettorato tradizionalmente di centrosinistra maldipancia e disaffezione.

Il nome di Galli è già inserito nella rosa dei "papabili" (comprende profili di politici e di uomini espressione della cosiddetta "civicità") attorno ai quali il Popolo della Libertà sta ragionando per individuare la candidatura migliore in grado di giocare fino in fondo una partita che nelle stesse file dei democratici (complice la crisi che sta attraversando il partito anche nel fortino rosso della Toscana) viene considerata, non senza preoccupazione,"apertissima".

In questa partita, il centrodestra punta decisamente al ballottaggio. L’obiettivo, certamente impegnativo ma per la prima volta non impossibile, è riuscire a catalizzare attorno a una candidatura "forte e credibile" capace di interpretare il progetto di cambiamento che il Pdl propone alla città, il consenso anche di ampi settori dell’elettorato tradizionalmente di centrosinistra deluso dall’operato del sindaco uscente e disorientato da mesi e mesi di lotte intestine dentro il Pd e nella coalizione di maggioranza sui progetti strategici per lo sviluppo della città. Il count down  è già iniziato.