Fmi boccia crescita Italia, male debito e troppe tasse
12 Aprile 2016
di redazione
Bassa crescita, cuneo fiscale, debito, nodo banche. Non è tenero il giudizio del Fondo Monetario Internazionale, l’FMI, sull’Italia di Renzi. L’istituto ha tagliato le stime di crescita globale e quelle dell’Italia e i dati che emergono dal World Economic Outlook deprimono subito Piazza Affari, con la Borsa che perde il 2,7% nel pomeriggio.
“La crescita in Italia è stata molto debole per molto tempo e siamo appena usciti da una lunga recessione”, dice Gian Maria Milesi-Ferretti, vice direttore del dipartimento di Ricerca FMI. “Le prospettive sono per un ritorno alla crescita relativamente modesto. L’Italia ha un debito pubblico ancora molto alto”.
Non solo. Secondo l’FMI l’Italia dovrebbe abbassare il cuneo fiscale. “Questa è da sempre una delle strade da seguire per aiutare la crescita quando uno non ha spazio o ha uno spazio molto limitato per la politica fiscale tradizionale”, ha detto Milesi-Ferretti.
“Bisogna cercare di avere una composizione della politica fiscale più favorevole possibile alla crescita. Chiaramente c’è un limite ad abbassare le tasse, ma (occorre) abbassare quelle tasse che sono particolarmente distorsive”, ha aggiunto l’esperto.
La soluzione del nodo dei crediti in sofferenza delle banche italiane aiuterà “certamente” le prospettive di crescita del Paese, dice un altro responsabile della ricerca dell’istituzione di Washington, Maurice Obstfeld, che sottolinea come la “riduzione ampia delle prospettive future di crescita” ha riguardato tutta Europa.
“L’Italia in particolare – ha aggiunto l’economista – si trova davanti a sfide come quella di risolvere il problema dei crediti in sofferenza delle banche (Npl). Le autorità italiane lo stanno affrontando anche se i dettagli non sono chiari. Se ci riusciranno con successo ciò aiuterà certamente le prospettive di crescita in generale”.
Pesa infine l’incognita Brexit sulle economie europee. Una eventuale uscita del Regno Unito dall’Unione Europea avrebbe effetti negativi sull’economia per le probabili mutate condizioni di accesso del sistema britannico alla Ue, ha detto Obstfeld.
Insomma, con il Governo Renzi ci sono più tasse e meno crescita. Lo sapevamo già, ma la conferma adesso arriva da un autorevole fonte internazionale. L’Fmi, dopo la Bce, taglia le nostre stime di crescita, una bella botta a poco tempo di distanza dalla presentazione del Def fatta dal governo.