Fmi. Il Pil italiano crescerà dello 0,8% nel 2010 e dell’1,2% nel 2011

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Fmi. Il Pil italiano crescerà dello 0,8% nel 2010 e dell’1,2% nel 2011

24 Maggio 2010

Il Fondo Monetario Internazionale conferma le stime per l’economia italiana. Secondo quanto si legge nella bozza dell’article IV, il Pil dell’Italia crescerà quest’anno dello 0,8% e il prossimo dell’1,2% come previsto nelle stime più recenti diffuse dallo stesso Fmi. Nel 2012 il Fondo si attende che la crescita italiana faccia segnare un +1,5%.

Il debito pubblico italiano, però, si attesterà quest’anno al 115,8% del Pil, mentre il deficit sarà pari al 5,2%. Nei prossimi anni, inoltre, il debito è destinato a salire per portarsi al 120,5% nel 2011 e al 121,6% nel 2012. Secondo il Fmi, inoltre, "il debito potrebbe salire a circa il 125% del Pil" nel medio periodo. Quanto al deficit, nel 2011 e 2012 si attesterà al 4,9%.

Il Fondo Monetario Internazionale prosegue affermando che in Italia "l’onere delle tasse è elevato e pesa in modo disomogeneo sui lavoratori dipendenti e sui pensionati". "Quando il consolidamento fiscale basato sulla spesa sarà saldamente in corso di attuazione – si legge nelle anticipazioni – le autorità dovrebbero prendere in considerazione una riforma fiscale nell’ottica di ridurre il peso del fisco e aumentare la propensione a pagare le tasse". L’Fmi scrive inoltre che la riforma fiscale "dovrebbe diminuire il costo del lavoro e aumentare il tasso di occupazione, che continua ad essere uno dei più bassi in Europa".

Il Fmi fa poi un appunto al governo sul condono fiscale: nonostante il suo successo in termini di volume di capitali rientrati, si legge ancora, "la recente amnistia fiscale potrebbe ridurre la già bassa propensione a pagare le tasse". E inoltre, avverte il Fondo, "misure che funzionino da deterrente per l’evasione fiscale sono ancora da vedere".

La spesa pensionistica in Italia "rimarrà tra le più elevate del mondo", mentre il tasso di occupazione resta "tra i più bassi in Europa": è per questo che il Fondo Monetario Internazionale chiede di aumentare ulteriormente l’età pensionabile e di adottare riforme del mercato del lavoro che introducano maggiore flessibilità per i contratti a tempo indeterminato e maggior protezione per quelli a termine. Nel documento l’Fmi sostiene inoltre che una "seconda generazione di riforme del mercato del lavoro è necessaria per rafforzare il legame tra salari e produttività e per permettere ai salari di rispondere meglio alle differenze regionali".

Infine, secondo il Fondo, la decisione del governo italiano di non adottare un’ampia politica di stimolo fiscale è stata "appropriata, alla luce dell’elevato livello del debito pubblico». Parola del Fondo Monetario Internazionale. Secondo quanto si legge nell’Article IV, "anche se i peggiori effetti della crisi sull’economia italiana sono per la maggior parte passati, restano delle vulnerabilità chiave". In particolare, il Fondo spiega che "l’elevato livello del debito pubblico e la deludente performance di crescita potrebbero rendere l’Italia vulnerabile a futuri shock esterni".