Fmi lima Pil Italia e evidenzia che il debito continua a crescere. Alla Germania: più fatti meno parole

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Fmi lima Pil Italia e evidenzia che il debito continua a crescere. Alla Germania: più fatti meno parole

04 Ottobre 2016

Il Fondo monetario ha ritoccato al ribasso le previsioni di crescita per l’Italia, portandole allo 0,8% per quest’anno e allo 0,9% per l’anno prossimo, una limatura dello 0,1% in entrambi i casi rispetto allo scenario di luglio. Le cifre sono sostanzialmente in linea con le ultime stime, anch’esse riviste al ribasso, presentate dal Governo nel Def. La riduzione più consistente è toccata agli Stati Uniti, che gli economisti dell’Fmi prevedono ora che possa crescere delll’1,6% nel 2016 (lo 0,6% in meno rispetto a luglio) e del 2,2% nel 2017 (lo 0,3% in meno). La crescita più lenta negli Usa e in alcuni altri Paesi avanzati, fra cui Italia e Francia, è compensata dal lieve miglioramento nei Paesi emergenti. L’istituzione di Washington ha invece confermato le previsioni di crescita dell’economia globale, ma ha messo in guardia dalla “natura precaria” della ripresamentre ha operato una revisione al ribasso sulle economie avanzate. La conferma delle stime globali riflette il fatto che sono state ritoccate al rialzo le previsioni sulle economie emergenti per quest’anno dal 4,1% al 4,2%. In base a questa stima, la crescita dovrebbe quindi subire un’accelerazione per la prima volta in sei anni. Mentre l’anno prossimo le economie emergenti dovrebbero crescere del 4,6%. In ogni caso l’economia mondiale ha un’andatura “sghemba” e la ripresa potrebbe deragliare, ha osservato il economista del Fondo monetario internazionale, Maurice Obstfeld, presentando il World Economic Outlook. “Nei prossimi mesi potrebbe essere appropriato un rialzo dei tassi” da parte della Federal Reserve, ha detto il capo economista del Fmi. Ma ulteriori aumenti dei tassi di interesse “dovrebbero essere graduali e legati a chiari segnali che i prezzi e i salari si stanno stabilizzando in modo duraturo”. Comunque nel caso in cui l’inflazione non dovesse risalire, ha concluso il Fmi, potrebbe essere necessario un ulteriore stimolo da parte della Bce tramite l’allargamento del piano di acquisto di titoli. E Maurice Obstfeld ha osservato ancora: nell’area euro “è molto difficile per la Bce riportare l’inflazione ai livelli obiettivo”, quando ci sono Paesi in cui la crescita è vicina al suo potenziale. Poi, il capo economista del Fmi, nel rincarare la dose, ha aggiunto: “Si richiederebbe più spinta dalla domanda in questi Paesi”. Spesso si tratta degli stessi Paesi “che hanno da ridire sulla politica monetaria della Bce”, ha aggiunto, facendo chiaro riferimento alla Germania. “Ma se da questi Paesi e da altre politiche arrivasse maggiore supporto, la Bce”, ha concluso Obstfeld, “sarebbe in grado di normalizzare molto più rapidamente la sua politica monetaria”.