Fmi. Pil italiano di nuovo positivo nel 2010, crescita dello 0,2%

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Fmi. Pil italiano di nuovo positivo nel 2010, crescita dello 0,2%

Fmi. Pil italiano di nuovo positivo nel 2010, crescita dello 0,2%

01 Ottobre 2009

Il Pil dell’Italia dovrebbe tornare positivo nel 2010 con una crescita dello 0,2%, dopo un calo del 5,1% nel 2009, appena al di sotto della media dell’area Euro. È quanto stima il Fondo Monetario Internazionale nel suo "World Economic Outlook", che conferma così le anticipazioni diffuse a inizio mese.

Per il Fondo il tasso di disoccupazione nel nostro paese passerà dal 9,1% del 2009 a quota 10,5% nel 2010, al di sotto della media Ue. Per quanto riguarda l’inflazione resta moderata con una crescita dello 0,7% quest’anno e dello 0,9 nel 2010 a fronte dello 0,8% di Eurolandia per il prossimo anno.

La ripresa ci sarà quindi ma sarà "debole secondo standard storici" e caratterizzata da un flusso di credito limitato e, per un per un bel po’ di tempo, senza nuova occupazione.

Per quanto riguarda il Pil mondiale, l’Fmi prevede che quest’anno segnerà un -1,1% (-1,4% nel rapporto di aggiornamento di luglio) per rimbalzare a +3,1% nel 2010 (da +2,5%) dopo +3,1% nel 2008 e +5,1% nel 2007. La crescita sarà trainata dalle economie emergenti e in via di sviluppo (+1,7% quest’anno e +5,1% nel 2010) e molto meno da quelle avanzate (-3,4% e +1,3%).

L’economia statunitense, si legge nel "Weo" dell’Fmi, sta mostrando "crescenti segnali di stabilizzazione" e il Pil dovrebbe ritornare positivo nella seconda metà del 2009 grazie al continuo stimolo fiscale e alla svolta del ciclo degli stock e del settore immobiliare. La stima del Fondo è di un calo del Pil del 2,7% quest’anno (-2,6% in luglio) e di una ripresa dell’1,5% nel 2010 (+0,8%). L’inflazione viene prevista negativa dello 0,4% quest’anno e all’1,7% il prossimo, mentre la disoccupazione dovrebbe balzare dal 5,8% del 2008 al 9,3% quest’anno e al 10,1% nel 2010.

Per l’Eurozona, la stima aggiornata è di una recessione del 4,2% quest’anno (da -4,8% in luglio) e di un ritorno alla crescita (+0,3%) nel 2010 (in luglio la previsione era di -0,3%). Il ritmo del peggioramento nei Paesi dell’Eurozona "sembra essere in via di moderazione", scrive il Fondo, ma la ripresa "sarà modesta" nei prossimi trimestri e sarà trainata, nella seconda parte del 2009, soprattutto dall’aumento dell’export, mentre l’inflazione dovrebbe restare contenuta. La ripresa sarà rallentata dalle continue pressioni sui mercati immobiliari di alcuni Paesi, dalle tensioni ancora esistenti nel settore finanziario, che è fortemente dipendente dalle banche, e dalle ripercussioni negative dal mercato del lavoro.

La disoccupazione nell’Eurozona si avvicinerà al 10% nel 2009 e potrebbe toccare il 12% nel 2010. In Germania i senza lavoro saliranno dal 7,4% del 2008 all’8% nel 2009 e al 10,7% nel 2010, ma il peggioramento è comune a tutti i Paesi di Eurolandia con un picco per la Spagna che avrà un tasso di disoccupazione del 18,2% quest’anno (11,3% nel 2008) e del 20,2% l’anno prossimo. La disoccupazione resterà elevata per parecchio tempo in Europa, prevede il Fondo, e per parte della forza lavoro questa condizione diventerà strutturale. Visto che le prospettive di crescita nel medio termine sono "deboli", è necessario fare di più per riassorbire i lavoratori disoccupati.

Le politiche del lavoro in Europa (compresi i Paesi emergenti) continuano a concentrarsi sulla protezione di chi è già dentro il mondo del lavoro, mentre escludono altri gruppi, ad esempio i lavoratori migranti, che sono la fascia più a rischio cronicità. Infine, per i Paesi asiatici, il Fondo parla di prospettive economiche nettamente migliori a partire dalla seconda metà del 2009 anche se ci sono ancora dubbi sulla possiblilità che il "forte" rimbalzo congiunturale diventi una ripresa vera. Per la Cina la stima di crescita per quest’anno è stata portata all’8,5%, un punto percentuale in più rispetto a luglio, mentre per l’anno prossimo passa dall’8,5% al 9%, lo stesso tasso registrato nel 2008.