Fmi: “Ripresa dell’Europa in seconda metà del 2010, ma con nuove misure”
12 Maggio 2009
di redazione
"La fase di severo deterioramento dell’economia europea potrebbe terminare nella seconda metà del 2010 per dar luogo a una ripresa graduale, ma questo solo a condizione che vengano adottate nuove misure di stimolo, soprattutto nel settore finanziario". A prevederlo il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) nel suo Regional Economic Outlook (REO) diffuso oggi a Parigi. Per le economie avanzate dell’Europa, il Fondo prevede una contrazione del 4% nel 2009 e una modesta ripresa dello 0,4% nel 2010. Le economie dei paesi emergenti dell’Unione dovrebbero invece accusare una flessione del 4,9% quest’anno e crescere dello 0,7% l’anno prossimo.
Per quanto riguarda l’Italia, il Fondo prevede un’economia in calo sia nel 2009 (-4,4%) che nel 2010 (-0,4%), mentre l’inflazione dovrebbe assestarsi allo 0,7% nell’anno in corso e allo 0,6% l’anno venturo.
Secondo l’Fmi, questo scenario economico rimane tuttavia orientato al ribasso perchè "se da un lato i consumatori potrebbero riprendere fiducia grazie anche al basso livello di inflazione, dall’altro la continua debolezza della domanda globale potrebbe allungare e aggravare la recessione in atto".
"Le misure prese sino ad ora per contrastare la grave recessione in Europa hanno fornito una buona base per una ripresa graduale – ha detto Marek Belka, Direttore del dipartimento europeo del Fondo – ma ora servono nuove azioni, specie nel settore finanziario, per ristabilire la fiducia dei mercati e per accelerare il passo della ripresa". Secondo Belka, queste misure dovrebbero includere un continuo sostegno al credito, ulteriore chiarezza nel riconoscere le perdite del sistema finanziario, la ricapitalizzazione, anche con denaro pubblico, delle istituzioni sane del settore privato, e la rimozione degli asset sofferenti, preferibilmente tramite la costituzione di bad bank gestite da privati ma con supporto e finanziamenti governativi.
Secondo il Fondo, inoltre, i governi devono continuare a fornire stimoli per sostenere la domanda, ma al tempo stesso devono porre la massima attenzione alla disciplina fiscale di lungo termine perchè altrimenti si rischia di far deragliare il treno della ripresa e annullare i benefici stessi degli stimoli posti in essere. "Quello che più serve in questo momento – ha aggiunto Belka – è un approccio robusto al coordinamento, in particolare per quanto riguarda la stabilità finanziaria della regione. L’Europa è l’economia di mercato più integrata del mondo eppure le politiche per contrastare la crisi vengono prese a livello nazionale. Senza uno sforzo ben coordinato, nè gli sforzi di politica monetaria nè quelli di politica fiscale potranno dimostrarsi tanto efficaci quanto potrebbero per assicurare che l’Europa torni tanto forte e prospera dopo la crisi come lo era negli anni passati".