Foibe, giornata del ricordo: come si fa a dimenticare?
10 Febbraio 2017
Sono solo una manciata gli anni che hanno rivisto inserite, finalmente, nei libri di scuola la pagina del genocidio comunista contro gli italiani di Istria e Dalmazia. Ed è solo da quache anno che la tragedia ha un giorno ad essa dedicato, ma lo sanno in pochi. Ancora.
E’ sconcertante il silenzio, l’ignoranza, l’omertà, l’ostentato dissimulare rispetto al sangue versato da chi ha avuto la sola colpa di essere italiano durante la seconda guerra mondiale. Quando lo spettro del comunismo era sempre più “sano” e minacciava il mondo con le mani sporche di sangue. Ed è di sangue che i comunisti hanno riempito le foibe, ma è ancora il silenzio a coprire quelle voragini naturali del terreno.
L’ambizione dei barbari, dei popoli slavi, è sempre stata quella di arrivare al mare, al sole, e i territori italiani avevano proprio tutte le carte in regola. Il 9 settembre 1943 cominciarono ad entrare gli eserciti stranieri in Italia. Intere città divennero preda dei partigiani slavi, e dei comunisti italiani, loro complici. Mentre Togliatti parlava e scriveva, la strategia comunista, con i fatti, mostrava al mondo che il successo militare non era che un mero punto di partenza. Arrivare per primi nella Venezia Giulia era la condizione essenziale per il controllo del territorio.
I comunisti (non semplicemente i “titini”!) cominciarono, allora, ad andare nelle case, e a prelevare, con una violenza inaudita, migliaia d’italiani. E in rima con il perfetto stile comunista, decisero che di quelle persone non si sarebbe più dovuto avere neanche il lontano ricordo. Le accompagnarono ai margini di quei baratri naturali, chiamati foibe, dal latino “fovea”. Quei salti in verticale nelle viscere della terra di anche 200 metri.
Oggi guardiamo la provincia di Gorizia e non sappiamo che è un terzo di quella ch’era, pensiamo a Trieste e ignoriamo che di tutta la provincia è rimasta solo la città di Trieste. Gli orrori commessi per cancellare gli italiani e ciò che di italiano c’era, non possono essere raccontati in un articolo di giornale. Una violenza censurabile. Ma, se potete, cercate la storia di Norma Cossetto. Allora forse, vi verrà voglia di saperne di più.
In tutto questo è piuttosto inquietante l’ignoranza degli studenti italiani, e il silenzio – fatta eccezione di qualche mugugno – delle istituzioni nostrane. Una nota del Quirinale, per esempio, conferma che oggi il “il Presidente Mattarella sarà impegnato a Madrid, su invito del Re di Spagna”. Ci esimiamo dai commenti. Lasciamo, piuttosto, la parola a Massimiliano Lacota, presidente dell’Unione degli istriani: “Prendiamo atto con molto rammarico e dispiacere che le massime cariche dello stato non siano presenti a Basovizza. Capisco tutto, ma sono passati 24 anni dall’ultimo presidente che si è recato sulla foiba“.