Fondazione Magna Carta ad Arezzo, quale futuro per i moderati?
16 Novembre 2022
Il 2 e 3 dicembre la Fondazione Magna Carta ha organizzato i dialoghi “A Cesare e a Dio” a Bucine, in provincia di Arezzo. Sono tre i fenomeni che saranno inquadrati per capire come reagire a i cambiamenti politici e culturali che stanno cambiando il nostro tempo in modo così dirompente.
Gaetano Quagliariello, presidente della Fondazione, esordisce spiegando che “il tempo di sedimentazione del giudizio da parte del corpo elettorale sull’operato dei propri rappresentanti si sta sempre più restringendo” e che “il mandato imperativo vietato dalla Costituzione sta divenendo una pratica nei fatti”.
Inoltre, Quagliariello osserva che i problemi che la politica deve affrontare sono sempre più di lungo periodo. Basti pensare al cambiamento climatico, alla crisi demografica e alla sostenibilità ambientale. Eppure, “a fronte di questa realtà, le carriere politiche si stanno destrutturando e sono sempre più il frutto del caso: possono nascere o morire in un nonnulla”, ribadisce il presidente della Fondazione Magna Carta.
Infine, Quagliariello si concentra sul sempre minore coinvolgimento dei territori. “Abbondano i paracadutati. E gli elettori, soprattutto quando votano per il livello nazionale, avvertono sempre meno l’influenza di uno scambio proficuo tra il loro suffragio e un ipotetico vantaggio per il loro territorio”, evidenzia.
In questo contesto, le formazioni politiche moderate, o comunque non populiste, faticano a trovare spazio. Allora che fare? Entrismo nei partiti meno moderati, nuova organizzazione partitica o attività extra parlamentari? Bisogna riflettere anche sui possibili ritardi culturali che affliggono l’area moderata, cristiana, liberale. Che ruolo giocheranno quindi le famiglie politiche tradizionali? Quali sistemi istituzionali potrebbero avvantaggiare i moderati? Saranno questa le domande all’ordine del giorno ad Arezzo.