“Politica estera non negoziabile”, Quagliariello e le alleanze del futuro

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“Politica estera non negoziabile”, Quagliariello e le alleanze del futuro

“Politica estera non negoziabile”, Quagliariello e le alleanze del futuro

26 Maggio 2022

“Abbiamo avuto negli ultimi tre anni due svolte epocali, una dietro l’altra”. Pandemia e guerra, secondo Gaetano Quagliariello, sono stati salti nel buio della storia. Il senatore di Italia al centro ha spiegato al Dubbio che sono cambiati il mondo, l’Europa, la globalizzazione e, addirittura, il modo di intendere la sovranità. Difficile dargli torto. È impensabile che ciò non incida sulla politica italiana.

Alleanze vincolate dalla politica estera

L’ex ministro non fa sconti a nessuno. Tra i liberali che difendono le corporazioni, gli atlantisti che strizzano l’occhio a Putin e i membri del governo che fanno più resistenza a Draghi dell’opposizione, le situazioni paradossali non mancano.

“Una coalizione è tale nel momento in cui è capace di presentare all’elettore un programma di governo“, argomenta Quagliariello. Altrimenti, “la coalizione diventa mera convenienza elettorale e aritmetica e si trasforma in una piccola truffa, a prescindere dalla legge elettorale”.

La necessità nelle coalizioni attuali, oltre a costruire una nuova classe dirigente, è capire se questo può accadere. “Nell’ambito della politica estera ci sono divisioni profonde all’interno dell’una e dell’altra”. Basti pensare che, sulla risposta alla invasione russa della Ucraina, le posizioni di Letta e Meloni sono tra loro simili e distanti da quelle di Berlusconi e Conte.

Si discute di una nuova, l’ennesima, legge elettorale, l’attuale “ha funzionato male”. “Laddove c’è alleanza, questa deve valere anche in politica estera, altrimenti non se ne può fare nulla“. Per questo motivo, Quagliariello lascia aperti diversi scenari. “Per la nostra visione del mondo e i nostri principi possiamo essere il centro del centrodestra o il centrodestra del centro”.

Senza tirare per la giacchetta Draghi, occorre comprendere se si può declinare un programma attraverso sensibilità differenti, pur rimanendo saldi nei valori non negoziabili. “Con un mio alleato posso anche pensarla in maniera differente su questioni di coscienza come l’eutanasia – apre Quagliariello – ma non posso pensarla in maniera diversa rispetto alla guerra e alle alleanze internazionali.