Forconi avanti a oltranza, anche contro “ricchi ebrei”

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Forconi avanti a oltranza, anche contro “ricchi ebrei”

13 Dicembre 2013

Mariano Ferro, il leader dei Forconi, annuncia che la protesta "va avanti a oltranza". La protesta del "Coordinamento nazionale 9 dicembre", che riunisce il popolo dei forconi e un vasto arcipelago di sigle legate al mondo degli autotrasportatori, agricoltori e imprenditori, dunque non è finita.

La ‘marcia su Roma’ è prevista per mercoledì prossimo, "non sarà un corteo", spiega Ferro, "ma un presidio fisso in un posto che concorderemo con la Questura". Per Enrico Leoni i manifestanti dovrebbero riunirsi, sempre nella capitale, lunedì.  Forse in Piazzale dei partigiani a Roma, dov’è il presidio di 9 dicembre. Come obiettivo "non ci sarà solo Montecitorio, sarà una protesta a macchia d’olio in vari punti della città", spiega Leoni.

Intanto in Val di Susa circa 300 studenti hanno manifestato nella zona di Bussoleno; iniziativa collegata ai forconi ma, secondo gli organizzatori "nel manifestare la nostra partecipazione alle ragioni della protesta vogliamo prendere le distanze da qualsiasi partito politico che intenda strumentalizzarla". Intanto è polemica sulle dichiarazioni di alcuni membri del movimento contro "ricchi" e "banchieri" ebrei, che mostrano il vero volto, xenofobo, razzista e prepolitico di spezzoni di questo movimento.

Secondo il Presidente dei senatori del Nuovo Centrodestra, Maurizio Sacconi: "Dobbiamo sempre ricordare la latente violenza politica nell’esperienza italiana. Si è più volte riprodotta senza soluzione di continuità una catena viziosa che muovendo da parole che esaltano l’odio contro la razza, la fede, la classe si è poi sviluppata in violenza occasionale fino ad arrivare a quella programmata e all’omicidio".

"Questo non significa una diretta e consapevole connessione tra il primo e l’ultimo anello della catena ma ciò nondimeno deve indurre ciascuno a riflettere su quale pesantezza possano assumere le parole soprattutto quando vengono recepite da menti distorte o fragili", prosegue Sacconi. "Questo non significa neppure limitare il diritto di critica, di contestazione anche radicale e nemmeno ipotizzare reati di opinione quando non costituiscano esplicito incitamento alla violenza.

"Per questa ragione, se confermate, possono diventare pericolose le affermazioni di uno degli organizzatori della protesta di questi giorni a proposito dei ‘banchieri ebrei’ o le altre che con superficialità sono in questo tempo lanciate anche da chi ha ruoli istituzionali e che possono ricadere come pietre".