Forza Italia e gli altri. Quel revival identitario che annuncia futuri cambiamenti

Banner Occidentale
Banner Occidentale
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Forza Italia e gli altri. Quel revival identitario che annuncia futuri cambiamenti

30 Giugno 2013

di Ronin

Silvio Berlusconi ha deciso. Rifare Forza Italia, rilanciare gli azzurri, conservare il Pdl come un brand di coalizione anche se il Cav. non ci crede più così tanto. "Con il ritorno a Forza Italia si punta a ricostituire una grande coalizione di moderati che possa tornare a vincere le elezioni", ha detto sabato scorso il segretario e vicepremier Alfano in visita a Lampedusa.

L’idea  è di raccogliere sotto l’insegna pidiellina i vari spezzoni della diaspora a cominciare da Fratelli d’Italia, rispettando in qualche modo le affinità e divergenze sorte negli ultimi tempi. Per la nuova Forza Italia dovrebbe valere l’impianto del partito manageriale annunciato da Berlusconi nelle settimane scorse. Qualcuno lo ha definito un "ritorno al futuro", spingendo sulla idea del partito leggero senza congressi, senza tessere, alternativo alle macchine ancora pesanti come quella del Pd.

Ma al di là di queste pur interessanti considerazioni quello che colpisce nel panorama italiano è l’effetto determinato dalla novità di M5S sul resto dello spettro politico. E’ in atto una sorta di revival identitario, un ritorno alle origini che a quanto pare viene considerato vincente da più di un leader politico. Berlusconi con Forza Italia 2.0, il ritorno alla Lega Nord delle origini che Bossi non si stanca di riaffermare con grande scorno dei "barbari sognanti", il restyling di Italia dei Valori dopo la batosta presa entrando nel cartello di Rivoluzione Civile, e si potrebbero fare anche altri esempi.

Una sorta di "usato sicuro", insomma, un "reset" della Seconda Repubblica per affrontare la Terza con la coscienza a posto, liberi di errori fatti e scommesse mancate. Ma se pensiamo alla grande area del moderatismo centrista, al mondo liberale e della destra conservatrice, forse converrebbe guardare al di là delle riaggregazioni e delle sorprese destinate a segnare le prossime partite elettorali. Chiediamoci per esempio come potrebbe svilupparsi in futuro il blocco delle larghe intese che ha portato alla nascita del Governo Letta. Un consenso trasversale con numeri di tutto rispetto che dietro le le rivendicazioni di parte ha in nuce una capacità di influenza e di attrazione non indifferente.