Franceschini tenta di cancellare la memoria di Veltroni e con successo

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Franceschini tenta di cancellare la memoria di Veltroni e con successo

13 Marzo 2009

Per molti è un fragoroso ritorno al passato, al vecchio e famigerato manifesto di Rifondazione – “Anche i ricchi piangano” – da molti individuato come una delle cause della via crucis prodiana. Per quasi tutti gli altri è una fuga nella demagogia più spinta, il segnale di una deriva confusamente propagandistica e di una scommessa sull’aggravamento rapido della situazione economica italiana. Tutto giusto, ci mancherebbe. Non c’è dubbio, infatti, che messa a confronto con le cifre nude e crude e con la realtà dei fatti, la “Franceschini tax” può essere tranquillamente presa per quello che è: una sortita politica che non serve certo ai poveri, ma vuole rimettere un po’ in gioco chi l’ha avanzata.  Fatto sta che la “tassa sui ricchi” un risultato l’ha sicuramente ottenuto: è riuscita a riportare il Pd nel dibattito politico e, almeno per qualche giorno, ha consegnato a Dario Franceschini un’arma mediatica forte e l’appeal di chi è in grado di imporre la propria agenda.

Il neo-segretario, insomma, è riuscito là dove tante volte il suo predecessore aveva fallito, imprigionato com’era nelle beghe interne e nel nervoso dibattito politico interno. Inoltre – e anche questo è un segno di discontinuità – Franceschini sembra aver messo da parte il “ma-anchismo” veltroniano, sterzando decisamente a sinistra e scolpendo un profilo più definito per il suo partito. Naturalmente l’idea di una moderna formazione socialdemocratica ed europeo e il marchio di novità impresso dall’ex sindaco di Roma al Lingotto vengono messe definitivamente in archivio a colpi di sortite demagogico-movimentiste. Ma in questa fase, mutuando un’immagine usata dal segretario in un suo articolo pubblicato oggi su “Europa”, è necessario “accumulare pile di sacchi di sabbia per impedire al fiume di straripare”. Il riferimento, nello scritto del segretario, è alla crisi economica e alla necessità di aiutare le classi povere della società ma può essere tranquillamente riciclata e adattata alla necessità di tappare le falle e frenare la grande fuga dell’elettorato di centrosinistra dal Partito Democratico.

Il segretario, dunque, va avanti per la nuova strada movimentista da novello Robin Hood che toglie ai ricchi per dare ai poveri e ragiona sulle mosse future. Non a caso Franceschini, nella serata di ieri, ha riunito i dirigenti del partito per discutere con loro della ricerca realizzata dalla Ipsos di Nando Pagnoncelli per definire la strategia in vista delle elezioni di giugno. Un’indagine che ha messo in luce il gradimento che il Pd ottiene tra anziani e giovani e il poco appeal che esercita su casalinghe, artigiani e commercianti. Una ricerca articolata, illustrata per un’ora e mezza, sul gradimento che riscuote il partito nelle varie fasce sociali e sulle priorità degli italiani in questa momento di crisi economica. Tra le esigenze più pressanti, avvertite dagli elettori di centrosinistra, le misure per far fronte alla crisi. In questo senso particolarmente apprezzare sono risultate le proposte sul sussidio per i disoccupati e sugli ammortizzatori sociali. E c’è un’altra priorità che sta venendo alla luce: quella delle famiglie con anziani a carico, prive di una rete di servizi sociali. Un tema che potrebbe diventare il prossimo cavallo di battaglia del nuovo Pd targato Franceschini.