Francia, Fillon manda a casa Sarkò. Chi è l’outsider che fa tremare la gauche
21 Novembre 2016
“Non sono riuscito a convincere una maggioranza di elettori. Rispetto questa scelta. Mi congratulo con Fillon e Juppé, due personalità di grande spessore che fanno onore alla Francia”. Nicolas Sarkozy saluta già la corsa alla presidenza della Francia dopo il primo turno delle primarie del centrodestra. A vincerle è stato a sorpresa François Fillon, 62 anni, già primo ministro tra il 2007 e il 2012, che ha ottenuto oltre il 40 per cento delle preferenze dell’elettorato gollista, quasi doppiando il favorito della vigilia Alain Juppé.
Juppé, ex primo ministro tra il 1995 e il 1997 durante la presidenza Chirac, era dato per vincente dai sondaggi, ma alla conta dei voti ha raccolto poco più del 25 per cento delle preferenze. Sarà comunque lui lo sfidante di Fillon al secondo turno di domenica prossima che sancirà chi correrà per l’Eliseo. Nella notte Sarkò ha indicato in Francois Fillon “colui che a capito meglio di tutti le sfide che si presentano alla Francia. Voterò per lui al secondo turno”. L’ex presidente ha ammesso la sconfitta, spiegando come “è tempo per me di cominciare una vita con più passioni private e meno passioni pubbliche. Francese sono e francese resto – ha continuato –, tutto quello che riguarda la Francia mi toccherà sempre nel profondo del cuore. Nessuna amarezza, nessuna tristezza”.
Ma chi è il candidato lanciatissimo verso la candidatura all’Eliseo? Lo descrivono come serio, discreto e austero, ma soprattutto cattolicissimo. Contrario alla legalizzazione dell’utero in affitto e alle adozioni omosessuali, Fillon è un liberista in economia che ha come modelli politici il generale Charles de Gaulle e l’ex premier britannico, Margareth Thatcher. Figlio di un notaio, ha un passato da studente irrequieto che gli costò persino l’espulsione dai licei privati. La laurea in giurisprudenza fu il trampolino di lancio in politica: si avvicinò subito al gollismo sociale di Philippe Seguin.
Nel 1981 fu tra i pochi gollisti a votare per l’abolizione della pena di morte e nel 1992 sostenne il No alla ratifica del trattato di Maastricht. Dopo l’esperienza alla guida del governo, nel 2012 fu sconfitto a sorpresa da Jean-Francois Copè per la successione a Sarkozy alla guida del partito post-gollista. E’ sposato con Penelope Kathryn Clarke, di origine gallese, madre dei suoi cinque figli. Il suo programma ultraliberista è esposto nel pamphlet “Faire”: eliminare 500mila posti nella pubblica amministrazione, tagliare di 50 miliardi i contributi sociali per le aziende e abolire la tassa patrimoniale per i ricchi. Sogna un contratto unico flessibile e che le trentacinque ore lavorative non siano più intoccabili.
Posizione intransigente sugli immigrati: vorrebbe che le quote annuali siano votate in Parlamento. Ha promesso anche di portare fuori la Francia dalla Corte europea dei diritti dell’uomo dopo che, quest’ultima ha messo diversi freni alle espulsioni degli imam radicalizzati. “Francois Fillon è come un coccodrillo: sembra stia dormendo ma in realtà è pronto a mangiarsi tutti”, così si legge sul web. E intanto si gode il momento. Nella notte parigini c’è chi giura di aver sentito anche,”Fillon président! Fillon président”. Dopo la vittoria del candidato che la stampa aveva battezzato come “invotabile”, Donald Trump, gli stessi americani ironizzavano sui social: “Francia, adesso tocca a te”. Se le cose resteranno così, Fillon e Le Pen si giocheranno la partita dell’Eliseo e la gauche francese si prepara alla più violenta delle orticarie.