Francia, il matrimonio gay è legge. Hollande: non tollero disordini

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Francia, il matrimonio gay è legge. Hollande: non tollero disordini

18 Maggio 2013

Ricevuto il via libera del Consiglio istituzionale, il Presidente francese François Hollande ha promulgato la legge su matrimoni gay e adozioni da parte delle coppie dello stesso sesso: "Matrimonio e adozione per tutti", il nome del provvedimento. Respinto il ricorso del movimento del no che intanto si rafforza e annuncia un’altra grande manifestazione –  “manif pour tous”, manifestazione per tutti – contro la legge per il 26 maggio. Il primo matrimonio gay della storia di Francia dovrebbe tenersi il prossimo 29 maggio a Montpellier.

La Francia diventa il quattordicesimo Paese al mondo dove ci si può sposare tra persone dello stesso sesso, l’ultimo era stato la Nuova Zelanda. "Siamo molto contenti che oggi potremo finalmente parlare d’amore dopo tutti i colloqui su leggi e battaglie politiche", ha detto in radio Vincent Autin, uno dei futuri sposi. La legge, approvata all’assemblea generale, era stata una delle parole d’ordine della campagna elettorale di Hollande, provocando un reazione fortissima nella Francia liberale e conservatrice che non ci sta, fino a veri e propri scontri di piazza. Nel periodo in cui il parlamento ha discusso la legge c’è stato anche un incremento degli episodi di omofobia.

Il leader dell’Ump, Jean-François Copé, annuncia che sarà in piazza con il fronte del no. Se la maggioranza dei francesi sembra d’accordo sui matrimoni, c’è ancora spazio per convincerli che l’adozione è una scelta sbagliata. Ma Hollande oggi ha promesso: non ci saranno disordini alla manifestazione del 26 maggio. E fino adesso ha mantenuto la linea dura. Ne sa qualcosa Franck Talleu, fermato dalla polizia in un parco pubblico mentre era con la sua famiglia, perché indossava una maglietta del fronte del no. Oppure i 67 giovani arrestati perché manifestavano contro la legge.

Un movimento composito e trasversale, quello che si oppone alla legge, fatto di cattolici, laici, persone di fedi diverse, sindaci e amministratori pubblici di destra e di sinistra, anche degli omosessuali. Gli slogan non sono certo quelli di un esercito bigotto:  “più gay senza matrimonio” o o“siamo tutti figli di un uomo e di una donna”. Intanto il numero dei matrimoni e delle coppie che decidono di fare figli nell’Europa laica e occidentale si riduce sempre di più, superato dal numero delle adozioni in calo. Ci salveremo dalla cultura della "antifamiglia"?