Francia, Macron all’attacco: “Fermare la Le Pen in nome dell’Europa”

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Francia, Macron all’attacco: “Fermare la Le Pen in nome dell’Europa”

24 Marzo 2017

“Viviamo tempi drammatici e la sfida non è più tanto tra destra e sinistra ma tra apertura e chiusura”. Parola di Emmanuel Macron che in un’intervista a Repubblica parla a tutto campo del suo impegno per “salvare l’Europa” prendendo di mira, ovviamente, quella che i sondaggi dipingono sempre più come la sua diretta rivale nella corsa per l’Eliseo, ovvero Marine Le Pen, e tutti i movimenti che mirano a disgregare il progetto comune europeo.  

“Se siamo solo un po’ europei, se lo diciamo timidamente, abbiamo già perso. Marine Le Pen vuole ricreare la conflittualità tra i Paesi europei, ma io sono nato in una zona piena di cimiteri militari e per me vale sempre la frase di Mitterrand: il nazionalismo e’ la guerra” dichiara Macron.

Ma l’ex ministro socialista e fondatore del movimento En Marche non ha mancato di indirizzare frecciatine anche all’attuale establishment europeo, lanciando la sua proposta di “rifondazione” dell’Europa che, secondo Macron, “non ha saputo gestire l’allargamento, e per questo si è paralizzata”. “Da quando ci sono stati i ‘no’ francesi e olandesi, nel 2005, nessuno ha più voluto proporre un movimento in avanti, anzi ha prevalso la logica del dubbio. Così abbiamo avuto la discussione sulla Grexit, poi sulla Brexit e non so quale altro ‘exit’ dobbiamo aspettarci”. E poi rilancia: “Sull’Unione a ventotto Paesi e presto a ventisette, potremo continuare ad avanzare su temi come l’energia e il digitale. Sulla Difesa, invece, dobbiamo aprire una cooperazione ad hoc, prevista dai trattati, con Francia, Germania, Italia e Spagna, associando la Gran Bretagna”. 

E proprio in linea con la posizione dei quattro paesi più popolosi dell’Unione, Macron si mostra decisamente aperto alla prospettiva dell’Europa a due o più velocità proponendo  un’integrazione rafforzata dell’eurozona anche attraverso una più decisa convergenza fiscale e sociale. In questo contesto, continua l’ex ministro socialista,  “l’Italia può giocare un ruolo decisivo”.