Francia, nuovi guai per Fillon: ora è indagato anche per truffa e falso
22 Marzo 2017
Nuovi guai per Fillon. All’indomani del primo confronto tv con gli altri candidati per la corsa all’Eliseo, fonti giudiziarie citate dal quotidiano Le Monde, riferiscono che il 16 marzo l’inchiesta per “abuso d’ufficio” e “appropriazione indebita” sullo scandalo ‘Penelopegate‘ – il milione di euro che tra la moglie e due dei 5 figli si sono spartiti per sospetti incarichi fittizzi di suoi assistenti parlamentari – si è allargata all’accusa di “falso” e “frode”.
A detta dei giudici della della procura finanziaria, l’ex premier avrebbe infatti occultato elementi utili all’inchiesta e addirittura prodotto falsi documenti per tentare di giustificare le retribuzioni date ai familiari.
Infatti, in una seconda perquisizione all’Assemblea Nazionale, il Parlamento francese, sarebbero emersi documenti firmati da Penelope Fillon attestanti il numero di ore lavorate nel corso degli anni. E gli inquirenti sospettano che si tratti di falsi per giustificare a posteriori la retribuzione da assistente parlamentare per 831.340 euro ricevuti da madame Fillon per oltre 10 anni.
Ma i guai per il candidato di centrodestra non finiscono qui. Secondo il settimanale satirico ‘Le Canarde Enchainé, autore dei precedenti scoop, l’ex premier ottenne in due tranche 46.500 euro per organizzare in nome del miliardario libanese, Fouad Makhzoumi, conosciuto come ‘il re degli oleodotti’, un incontro il 19 giugno 2015, al forum economico di San Pietroburgo, con il presidente russo Vladimir Putin con cui è in buoni rapporti, e il capo del colosso petrolifero francese, ‘Total’ Patrick Pouyanne. Ad organizzare l’incontro sarebbe stata la società di consulenza 2F di Fillon.
Insomma, per Fillon piove sul bagnato e a poco più di un mese dal primo turno (23 aprile) delle presidenziali francesi, le speranze per accedere almeno al secondo turno sembrano ridursi al lumicino.