Francia, si estende la protesta. La paralisi è a un passo

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Francia, si estende la protesta. La paralisi è a un passo

26 Maggio 2016

Ieri c’è stato un nuovo assalto della polizia a un deposito strategico di carburante bloccato dai sindacalisti della CGT, a Douchy-les-Mines, nel nord. Il sito era bloccato da giovedì per protesta contro il jobs act, la legge di riforma del lavoro francese. 

La situazione è sempre più tesa. Soprattuto ora che la protesta si è estesa anche alle centrali nucleari. In Francia oggi è prevista l’ottava giornata di mobilitazione, con una manifestazione nel pomeriggio a Parigi e nelle altre città. Gli scioperi indetti dal sindacato Cgt pevedono provocano la cancellazione di un treno Tgv su quattro, e dei voli all’aeroporto di Orly sono ridotti del 15%. Dopo i blocchi alle raffinerie, che stanno provocando penuria di carburante in un terzo dei 12mila distributori del Paese, si temono, dunque, cali di energia elettrica per l’attività ridotta nelle centrali nucleari.

Il primo ministro Manuel Valls, durante un’intervista radiofonica su Rmc, alla domanda su quali potrebbero essere i cambiamenti alla riforma, ha risposto: “Sono rimasto volontariamente vago perché non ne ho idea!”. Il governo esclude in modo netto di accogliere la richiesta della Cgt( ovvero il ritiro puro e semplice della legge). “Io rispetto la Cgt ma la Cgt non può bloccare il Paese o imporre una legge. Il dialogo sociale, per qualcuno, significa scontro. Io non accetto né lo scontro né la violenza”.

 Un ritiro totale della legge El Khomri equivarrebbe a una sconfessione irrimediabile dell’azione di governo. Così Valls aggiunge: “Il testo è stato appena approvato dall’Assemblea nazionale ed è frutto del compromesso con i sindacati riformisti e i parlamentari. Bisognerà riscrivere il testo quando tornerà dal Senato ma questo non accadrà che alla fine di giugno o a inizio luglio. Resto aperto ai cambiamenti, ma le linee fondamentali della legge, in particolare l’articolo 2, non vanno toccate”.

A due settimane dall’avvio degli europei di calcio 2016, il Paese è paralizzato.

Oggi sono in programma nuove manifestazioni, dopo tre mesi di proteste contro la riforma. E sul governo pesa sempre più lo spettro di una crisi energetica che sarebbe pericolosissima.

Intanto il premier si è scagliato contro il sindacato Cgt che guida la protesta, dicendo che “non fa le leggi in Francia”. Oggi ha definito il sindacato “irresponsabile” e ha aggiunto che non può “imporre le leggi”.