Fratelli d’Italia, l’Italia s’è desta… ma attenti al portafogli!
17 Marzo 2011
Come festeggiare l’epocale anniversario dei 150 anni dell’Unità d’Italia? Facendo certo una riflessione storico-culturale sul significato di quel 17 marzo 1861, quando il Senato e la Camera dei Deputati del Regno di Sardegna approvarono la legge costitutiva dello stato unitario con cui il Re Vittorio Emanuele II assunse per sé e i suoi Successori il titolo del Re d’Italia. E sicuramente partecipando a lectio magistralis e parate che attraverso l’evocazione di valori fondativi che ci “uniscono”, il turbinio di tricolori e le note solenni dell’inno di Mameli ci facciano venire la pelle d’oca e, perché no, commuovere. Sì, si possono fare tutte queste nobili attività, ma prima largo allo shopping!
Il messaggio (tutt’altro che) subliminale ci ronza nelle orecchie da giorni. Sì, perché dai generi alimentari all’abbigliamento, dalle case automobilistiche a quelle dei gioielli, tutti, ma proprio tutti hanno voluto esprimere il loro sentimento patriottico in vista della ricorrenza. Mettendo, però, una mano nella tasca degli italiani.
Basta sfogliare un giornale o una rivista per avere un’idea di come, per questo centocinquantennale, la macchina del marketing sia stata pesantemente caricata a pallettoni. “Unire l’Italia è la nostra ricetta più grande” si legge nella pubblicità Autogrill che per l’occasione ha messo in moto i suoi chef creando specialità in edizione limitata che uniscono i “migliori ingredienti del territorio”, ad un prezzo, a loro detta, “imperdibile” – ma stentiamo a credere si tratti di cibo commestibile. Persino gli svedesi si sono scomodati: “Per il vostro anniversario vi facciamo un regalo scontato”, recita la campagna pubblicitaria di Ikea – e miriade di italiani rimasero il 17 marzo alle prese con l’armadio componibile “Elgå”.
La butta sul patetico la Coop, puntando sulla coincidenza tra il ‘150esimo’ e il suo di compleanno: “Coop e l’Italia: brindiamo a due storie unite da 150 anni”. Quale occasione migliore per far fare agli italiani un giro di carrello nei suoi supermercati. Ci prova anche la Treccani che si veste di rosso, bianco e verde per invogliare i connazionali a riprendere in mano i suoi polverosi e dimenticati volumoni. Che coraggio!
“Gli italiani festeggeranno i 150 anni dell’Unità d’Italia con i gioielli”, assicura Domenico Nardelli. “Sunsation Tricolore” – nello specifico, il ciondolo in edizione limitata realizzato in oro bianco, diamanti, smeraldi e rubini che sarà donato alle Ministre Brambilla, Carfagna, Gelmini, Meloni e Prestigiacomo – della Nardelli Gioielli è diventato il pendente più richiesto dell’azienda napoletana. Alla faccia della crisi!
Senza contare quanto si siano sbizzarrite le maison di moda, dall’alta alla cheap. Tra chiffon, cristalli e strass i designer hanno dato sfogo alla loro più fervida fantasia per interpretare la bandiera italiana secondo il proprio stile: basta sfogliare un Vanity Fair o un Grazia per scoprirlo. Da Dolce&Gabbana, Ferrè, Laura Biagiotti a Roberta di Camerino, passando per Gheradini, Gucci e Moschino è tutto un inno all’italianità – con buona pace dei portafogli di mariti e fidanzati delle Sorelle d’Italia.
Non possono mancare all’appello i soliti Fiat e Lamborghini che hanno ‘strisciato’ le loro auto per dargli una marcia (tricolore) in più – anche stavolta confidiamo nel cattivo gusto di Lapo Elkann.
Insomma, mai come oggi nel fare spese – attenzione, i negozi fanno un vero e proprio ‘after hour’ per rimpinzare le loro casse – ci sarà l’imbarazzo della scelta. Si prevedono nasi incollati alle vetrine (rigorosamente allestite a tema) e acquisti a gogò. Fratelli d’Italia, l’Italia s’è desta, ma non spendete troppo.