Frattini: “Resistere alla tentazione del disimpegno, no alla resa”

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Frattini: “Resistere alla tentazione del disimpegno, no alla resa”

19 Maggio 2010

In Afghanistan "dobbiamo resistere a qualsiasi tentazione di disimpegno ed essere fermissimi". Lo ha detto il ministro degli Esteri Franco Frattini intervistato da Maurizio Belpietro, nel giorno in cui sono rientrate in Italia le salme dei due militari italiani, Massimiliano Ramadù e Luigi Pascazio, uccisi nell’attentato di lunedì.

A proposito di un intensificarsi degli attacchi in Afghanistan, Frattini afferma che "la situazione è chiara purtroppo, tragicamente chiara" e che assistiamo "un sabotaggio da parte dei terroristi, o il tentativo di sabotaggio della strada verso al democrazia". Se "lasciamo prosperare il terrorismo" in Afghanistan, ha aggiunto Frattini, "prima o poi, verrà a colpire in casa nostra, l’esempio dello Yemen insegna, dove dallo Yemen sono partiti gli attacchi che potevano creare una tragedia, lo scorso anno, nella notte di Natale".

Rispondendo poi ad una domanda sui tempi della missione in Afghanistan, il ministro ha ricordato che come "con tutte le forze della Nato" si sia programmato che "alla fine di quest’anno e all’inizio del 2011, vi sarà un progressivo disimpegno nelle zone e nelle aree dove le forze afghane saranno in condizione di stabilizzare e in qualche modo di controllare la sicurezza". Frattini ha poi sottolineato che si ritiene che all’inizio dell’anno prossimo le forze di sicurezza addestrate saranno 306mila unità, con l’Italia che addestra il 60% dell’intero contingente di polizia da addestrare: "con questo numero è evidentemente chiaro si potrà parlare di un inizio del disimpegno ma – ha puntualizzato – disimpegno non vuol dire né ritiro né resa al terrorismo, questo deve essere chiaro, perché altrimenti nono renderemmo onore ai valorosissimi soldati che anche due giorni fa sono caduti".