Frontex denuncia il buonismo che fa morti
13 Giugno 2017
Molte cose dette a France Press dal direttore esecutivo di Frontex le abbiamo già scritte sul nostro giornale, anche se fa sempre un certo effetto vederle confermate da una fonte istituzionale di Bruxelles. Ma è il commento che il responsabile della agenzia europea per la difesa delle frontiere fa sul fenomeno migratorio a mettere davvero i brividi.
Sapevamo per esempio che l’accordo sponsorizzato dalla Germania della Merkel con la Turchia, accordo al quale l’Europa si è accodata senza proferire verbo, ha spostato verso l’Italia e Lampedusa le rotte su cui lucrano i trafficanti di uomini. Sapevamo anche che i migranti illegali che arrivano nel nostro Paese in gran parte non sono profughi siriani ma giovani africani, poveri fino a un certo punto, visto quello che devono pagare ai trafficanti, famiglie e donne (molte le nigeriane costrette a prostituirsi sulle strade delle nostre città), tutti irretiti dalla retorica del “paradiso europeo” che ormai non è più un paradiso neanche per tanti europei. Migranti economici, in ogni caso, non profughi o richiedenti asilo, questo Frontex nel caso degli sbarchi in Italia lo dice con estrema chiarezza.
La “rotta Lampedusa” è cresciuta di più del 40% nei primi quattro mesi del 2017 rispetto allo stesso lasso di tempo nell’anno precedente, 36mila persone l’hanno percorsa partendo dalla Libia e sbarcando in Italia. Come pure non è una novità scoprire che i boss, i pezzi da novanta che controllano lato libico il traffico di uomini sono spesso gente che lavorava nelle forze di polizia dell’ormai fallita Jamaria, lo stato socialista sognato da Gheddafi. Secondo Europol, questa “industria del crimine” africana nel solo 2015 ha fatturato 4,7-5,7 miliardi di euro. E’ evidente che si tratta di interessi economici enormi, un’accumulazione di capitale criminale che può rappresentare il “decollo” per le mafie pronte a investire in traffico di armi, narcotraffico, sfruttamento della prostituzione o che magari può finanziare il terrorismo islamico. Una “Gomorra” difficilmente penetrabile visto che in Africa i trafficanti ricorrono alla hawala, il sistema informale di pagamenti musulmano più complesso da tracciare rispetto ai più tradizionali trasferimenti bancari.
Ma come dicevamo è il commento del capo di Frontex a questi dati che mette i brividi. Dopo la crisi greca del 2015, il numero di agenti alle frontiere dispiegato dalla agenzia si è quadruplicato (da 300 a inizio 2015 a 1500 nel 2016), ma “paradossalmente”, sottolinea il capo della agenzia europea, “i salvataggi in mare incoraggiano le migrazioni e producono un beneficio per i trafficanti” che caricano all’inverosimile le loro barche sapendo che una volta lasciata la Libia qualcuno si prenderà cura dei migranti. “Non ci sono mai state così tante navi che pattugliano il Mediterraneo come nel 2016 ma sfortunatamente non ci sono mai stati così tanti morti”, 4mila, secondo i dati dell’OIM. Insomma, altro che eldorado europeo, in pratica Frontex ci sta dicendo che il buonismo dominante sulla immigrazione produce migliaia di morti.
Considerando che i flussi non sono destinati a fermarsi, secondo l’agenzia di Bruxelles l’unica soluzione sul lungo periodo è che i Paesi di provenienza possano offrire una qualche prospettiva di vita a chi la vita rischia di perderla inseguendo solo delle “bugie”, bene che vada per essere rispedito indietro, proprio da chi l’ha salvato, in una spirale drammatica oltre che paradossale.