Fs. Moretti: “Basta appalti oscuri per le pulizie. D’ora in poi, treni puliti”
08 Agosto 2009
di redazione
"Basta appalti oscuri, ora treni più puliti. In un’azienda normale la pulizia non dovrebbe essere un problema". È categorico l’amministratore delegato delle Fs, Mauro Moretti, il quale, in un’intervista al Corriere della Sera, rilancia l’offensiva intrapresa dal gruppo sul fronte delle nuove gare per l’affidamento dei servizi di pulizia del materiale rotabile.
E denuncia: "Pagavamo per 12 mila addetti, lavoravano in 6 mila. Si tratta di un mondo non chiaro, dove prosperavano i subappalti, magari anche il lavoro nero". Quella delle pulizie, dice Moretti, è una questione che è stata affrontata subito dopo aver assunto l’incarico ai vertici delle Ferrovie: "Ci siamo dovuti porre il problema di come questi lavoratori venivano pagati, quanti erano" perché "allora non lo sapevamo. Secondo le informazioni dovevano essere fra 10 e 12 mila". E a fronte di questa situazione, oltre ai cartellini con le foto, "abbiamo preteso la tracciabilità" chiedendo, cioè, che le imprese pagassero gli addetti con assegni o con bonifici bancari e non più in contanti".
"Quando siamo riusciti a ottenere la situazione reale, si è scoperto che invece di 10 o 12 mila, gli addetti alle pulizie erano meno di 6 mila. La metà. E i treni erano in condizioni inaccettabili". Inoltre, prosegue Moretti, "siccome i treni erano sporchi, applicavamo penali a go-go. Ma poi i soldi venivano restituiti alle stesse ditte perché i treni dovevano essere puliti. E si andava avanti così.
"Interrompendo questo meccanismo – continua l’ad di Fs – è saltato fuori che la solidità finanziaria delle ditte , due o tre gruppi che avevano in mano tutto, era nulla. Quindi abbiamo fatto gare separate suddivise in 55 lotti, consentendo a molte medie imprese di partecipare, con vincoli precisi e introducendo una clausola sociale".
Ma non tutto è filato liscio. "Abbiamo subito ben 31 ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato, quasi tutti vinti. Ma questo ci ha rallentati e ha ficcato in testa a qualcuno che si potesse tornare indietro". Ma, avverte Moretti: "Si mettano l’anima in pace indietro non si torna".