Fuoco alle Polveri(ni): nel Lazio inizia la campagna elettorale
16 Febbraio 2010
Nel Lazio sta andando in onda un interessante esperimento politico. La sfida tutta al femminile per la conquista della Regione Lazio tra Renata Polverini ed Emma Bonino e’ un singolare frutto del bipolarismo. La campagna elettorale entra in questi giorni nel vivo e coinvolge due donne che stanno personalizzando molto questa competizione e manifestano il chiaro intento di mettere in secondo ordine i partiti principali.
Forse è azzardato sostenere che Pd e Pdl vengano volutamente tenuti in ombra, ma certo è che non sono loro il motore centrale di questa campagna elettorale. Renata Polverini è una donna che come riferimento culturale e biografico ha il sindacato, piuttosto che il Popolo della Libertà. Non poche volte in queste ultime settimane ha disorientato l’apparato di partito. Come quando ha aperto alle coppie di fatto o quando ha scelto come consigliere per la cura della sua immagine il dalemiano Claudio Velardi. E poi la scelta del rosso come colore dominante e il logo della sua lista civica molto simile a quello di Sinistra e Libertà. Se la sua strategia era quella di volersi smarcare dal partito c’è riuscita eccome. Strategia simile per la Bonino. Anziché inseguire è stata lei a obbligare il Pd ha spalmarsi sui Radicali. Motivo per il quale tra i democratici i mal di pancia sono molti e diversi fra loro. E Così la Binetti esce dal Pd, Fransceschini dichiara pubblicamente che avrebbe preferito un candidato si sintesi piuttosto che Emma Bonino e per finire il segretario della storica sezione Pd di Campo de Fiori a Roma, visto come il partito si è piegato a una radicale, ha fatto armi e bagagli ed è andato via. La Bonino, comunque vadano le cose, avrà la sua vittoria nella crescita, sia a livello di voti che di immagine, del suo partito battagliero. Con buona pace del Pd.
Per molti versi quella in atto è una campagna elettorale ancora soft, anche perché tra le due pare esserci una sorta di tacito patto: non infanghiamoci a vicenda. Lasciamo che a parlare siano programmi, idee e soluzioni per far uscire il Lazio dalla crisi economica e dagli scandali. Se mai a scannarsi saranno gli alleati, i candidati, i portavoce i giornalisti amici e i giornali di area. Di risse verbali e accuse reciproche di questi tempi, avranno concordato le due, ce ne sono abbastanza.
Così la sfida per la Regione Lazio passa per argomenti seri. A farla da padrone è la Sanità. Vera nota dolente e materia sulla quale bruciarsi è molto facile. Nel Lazio il deficit sanitario è pari al 60% di tutto il debito nazionale. Una mostruosità. Le responsabilità si rincorrono negli anni, se la giunta Storace non aveva fatto bene, quella guidata da Marrazzo ha fatto peggio. Negli ultimi anni nessun programma di rientro è stato davvero efficace. Anzi, ogni anno il debito è andato accumulandosi. Anche l’ultimo presidente della regione, nominato dal governo Prodi commissario governativo per gestire la Sanità, aveva tutti i poteri per risolvere il problema ma ha fallito.
Ad oggi il disavanzo annuale del Lazio è in linea con quello del 2005. Quindi il 2009 dovrebbe chiudersi con un disavanzo di 1,7 miliardi di euro. Le ricette per migliorare la situazione per ora sono avanzate solo attraverso spot elettorali. “Tagliare gli sprechi, non i posti letto negli ospedali”, quello scelto dalla candidata del Pdl, “fuori la politica dalla Sanità” il claim della Bonino. Nel frattempo squadre di super tecnici stanno da settimane studiando un vero e valido programma da presentare agli elettori con ricette serie per contenere il mostruoso debito della Regione Lazio. Un disavanzo pari a quello della intera Grecia. Se la situazione non è crollata il merito è tutto del Ministero dell’Economia che ci ha messo una pezza. Dato il giusto peso al capitolo Sanità sullo sfondo si ergono gli altri argomenti caldi.
Uno su tutti trova d’accordo le due candidate: il nucleare. Nel Lazio non serve. Per ribadirlo gli spin doctor delle due si sono subito affrettati a far affiggere per tutto il Lazio manifesti contro l’energia atomica. Questa presa di distanza, così veloce e decisa, ha scatenato qualche perplessità. Nei giornali non è mancata l’inevitabile dietrologia: vuoi vedere che il no bipartisan è il figlio di una pura strategia di convenienza politica? Anziché dover maneggiare una materia così delicata, e facilmente strumentalizzabile, si è preferito manifestare subito la propria contrarietà. Pura convenienza elettorale. Anche perché, a decidere dove e come installare centrali nucleari, ci pensa il Governo centrale. Non certo le Regioni che al massimo possono dare un parere. E’ per questo che giorni addietro una penna del calibro di Oscar Giannino abbia scritto un fondo pro nucleare, e punzecchiando le candidate impavide, proprio sulle pagine di cronaca cittadina de Il Messaggero, notoriamente sfogliate e lette dal popolo, piuttosto che dalla intellighenzia che conta. Una mossa per mettere a nudo le strategie elettorali delle due.
Altro argomento scomodo del quale ancora non si è parlato in maniera convincente riguarda la gestione della discarica di Malagrotta, tra le prime tre in Europa per grandezza. Chiude? Non chiude? Per la Polverini l’unica cosa certa è che va trovata un’area alternativa, mentre la Bonino garantisce di lavorare sul problema perché, parole sue, “ non vuole certo ritrovarsi a Napoli o Palermo”.
Sul web invece la partita per ora è stravinta dall’ex sindacalista. Messi a confronto i due siti quella della Polverini risulta migliore. Su renatapolverini.it il navigatore trova un ambiente sintetico e di sostanza, coerente con il personaggio ed il suo programma. Pochi ma buoni i sottomenù del sito con le cartelle dei blog suddivise per argomento. Vestiti invece di bianco e di blu i 35 anni di attività politica della piemontese Emma Bonino, proiettata fortemente nella politica internazionale e attuale vicepresidente del Senato della Repubblica. E questo emerge anche dal sito, che tra le tante campagne promosse fuori e dentro l’Unione Europea dedica uno spazio defilato alla sua candidatura come governatrice del Lazio. Peccato, perchè il navigatore profano che volesse trovare nel web le ragioni del proprio voto, avrebbe difficoltà a distinguere la scala delle priorità tra le urgenze della politica estera, nazionale e regionale.