Futurismo si lavora per apertura casa di Balla

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Futurismo si lavora per apertura casa di Balla

05 Febbraio 2009

Roma. "Il nostro sogno è di aprirla nell’anno dei festeggiamenti del Futurismo, almeno entro la fine del 2009, ma rischia di essere più un’utopia. Speriamo nelle istituzioni, che fino ad ora sono state assenti. Nel 2003 è stato posto il vincolo che ha praticamente immobilizzato la casa. I materiali sono stati inventariati e chiusi nelle scatole. Ma se non abbiamo progetti concreti metteremo un appello su Internet perchè qualcuno ci aiuti». Sono un fiume in piena i nipoti del grande Giacomo Balla, che oggi nel corso del sopralluogo dell’assessore Croppi si sfogano sulla condizione della Casa di via Oslavia.

«Innanzitutto non c’è nessuna infiltrazione d’acqua, l’unica infiltrazione risale a quarant’anni fa», dicono mentre fanno da ciceroni lungo le sale di un appartamento arredato dall’artista nell’ottica di un’arte «totale», applicazione concreta del suo manifesto del 1915 della «ricostruzione futurista dell’universo», dove armadi, tavoli, sgabelli, portasigarette, lampadari, tutto rientra in una progettualità «futurista». C’è la camera di Luce con i grandi pannelli delle «Mani del popolo» e la «Stella», appoggiati alle pareti, e c’è la stanza di Elica, dove Balla aveva disegnato fasce di «compenetrazioni iridescenti» sul soffitto in perfetta combinazione con i raggi del lampadario, e dove aveva realizzato un mobile con specchio. I corridoi sono rivestiti di motivi decorativi verde-azzurro in stile «Balla», che si ripetono nei dettagli di applique e lampadari.

C’è il bagno in un trionfo di mattonelle d’autore, cosi come nel pavimento del salone dove si vedono anche i quadri di Luce Balla e dove spicca un ritratto «futurista» di Mussolini, e dalla cucina, arredata coi mobili disegnati da Balla, si apre la scala che scende nella Stanza dei Rumori, dove si riconosce una fotografia di un quadro prefuturista divisionista «Il Padrone che guarda le terre», opera del 1905 confiscata in Russia, come rivelano i nipoti. Se mancano i pannelli decorati da Balla che un tempo coprivano tutti i tubi della casa (oggi rovinosamente rimasti a vista) c’è lo «studiolo rosso», un ambiente prezioso tutto rivestito da creazioni di Balla. «La cosa che ci preme è che si attivi un piano concreto per valorizzare questa casa con soluzioni.

Giusto il vincolo – incalzano i nipoti – ma che non rimanga bloccata in questa situazione. La nostra disponibilità a questo punto dipende da quello che ci offrono». «Se fino ad ora non è stato fatto nulla, possiamo garantire che lavoreremo per dare una svolta – dichiara Croppi, che, da appassionato di Futurismo, confessa un pizzico di emozione a entrare in quelle stanze – È un’opera d’arte straordinaria che ha avuto anche la caratteristica di essere stata vissuta dall’artista