G20, i fallimenti di Obama: ancora fumata nera tra USA e Russia per la Siria

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G20, i fallimenti di Obama: ancora fumata nera tra USA e Russia per la Siria

07 Settembre 2016

Non sono bastati novanta minuti di colloquio riservato tra Barack Obama e Vladimir Putin per trovare un’intesa sulla crisi di Aleppo. L’incontro tra i due leader seguiva di poche ore un altro vertice a due, quello tra John Kerry e Sergei Lavrov. E anche questo si è rivelato infruttuoso. Eppure Putin non più tardi di venerdì annunciava in un’intervista che un’intesa con Washington era “imminente”.

“Manca la fiducia”, così Obama ha motivato la seconda fumata nera nel giro di poco più di una settimana. Ma manca soprattutto un’apertura da ambo le parti nei confronti di quelli che sono gli oggetti del contendere. A conti fatti, l’unico punto comune tra Obama e Putin è la guerra all’Isis

Eppure, però, Mosca tiene il suo obiettivo più allargato: la guerra è contro “tutte le organizzazioni terroristiche presenti in Siria” e mette nel calderone anche le milizie ribelli di stampo jihadista, come l’ex Fronte Al Nusra. Qui Washington oppone i suoi “distinguo”, perché tra queste milizie ci sono i ribelli che combattono tutt’oggi contro il regime di Assad, finanziati ed armati da Paesi della sfera d’influenza statunitense. 

Inoltre secondo Mosca, Erdogan potrebbe inghiottire la pillola della continuità del regime, specie se addolcita dallo scongiurato pericolo della creazione di uno Stato indipendente curdo tra Turchia e Siria. Un’eventualità che Ankara sta cercando di cancellare con l’intervento militare diretto nel nord della Siria, attualmente in atto. Perdurando questo stato di cose, però, viene meno anche l’unico obiettivo comune. Non ci sarà nessuna intesa militare tra le due coalizioni, quella filostatunitense e quella del regime di Damasco con i suoi alleati, quest’ultima con il supporto russo, che proseguiranno su due fronti l’azione di guerra allo Stato Islamico

Intanto Obama, in maniera piuttosto infantile non vuole escludere che la Russia stia cercando di influenzare le elezioni a favore di Donald Trump. “Tutto è possibile”, ha detto.  Per adesso le acque non si muovono in nessuna direzione precisa.