G20. Misure contro i paradisi fiscali e piano da 1100 miliardi di dollari

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

G20. Misure contro i paradisi fiscali e piano da 1100 miliardi di dollari

02 Aprile 2009

I leader del G20, riuniti a Londra, hanno trovato l’accordo su un piano da 1.100 miliardi di dollari per salvare l’economia mondiale, cui si aggiungono misure contro paradisi fiscali e regole più restrittive per la finanza mondiale.

Ecco i principali elementi dell’accordo annunciato dal primo ministro britannico Gordon Brown, che ha precisato che: "la lista dei paradisi fiscali verrà stilata e pubblicata a breve dall’Organizzazione per la cooperazione economica e lo sviluppo (Ocse)". I Finanziamenti in testa; di cui 500 miliardi di dollari destinati al Fondo Monetario internazionale, per venire in soccorso delle economie in difficoltà; pronto anche un piano da 250 miliardi di dollari in favore del commercio globale che passerà attraverso le istituzioni internazionali e le banche regionali di sviluppo; stanziati 250 miliardi di dollari in seno all Fmi per i Diritti speciali di prelievo; 100 miliardi di dollari andranno alle banche internazionali, da destinare a prestiti per i paesi in via di sviluppo; 6 miliardi utili ad aumentare per i prestiti ai paesi più poveri.

A margine del vertice il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha dichiarato: "si è detto definitivamente ‘no’ alla possibilità dei paradisi fiscali", aggiungendo: "questo credo sia qualche cosa di veramente positivo" e ricordando quindi che l’Italia ha tenuto ad evidenziare: "la dimensione sociale" della crisi.

"I governi sono intervenuti per garantire che le banche non fallissero". Oggi "noi crediamo che sia compito primario dei governi di non lasciare nessuno da solo nella povertà e nell’emergenza. E quindi uscire dalla crisi senza lasciare nessuno indietro", ha spiegato il premier.

"Sono state prese dai leader mondiali decisioni della portata senza precedenti per far ripartire l’economia", ha detto infine il presidente americano Barack Obama.