Galan e Caldoro puntano su Pompei, al via il rilancio del sito con 3D e sponsor
13 Aprile 2011
Il neoministro dei Beni culturali Giancarlo Galan è arrivato a Pompei ed ha promesso che presto, anzi prestissimo, partirà la cura per valorizzare al massimo il sito archeologico campano attraverso un monitoraggio approfondito degli scavi grazie ai laser per i rilievi in 3D, all’aumento dei visitatori, ai fondi europei e agli aiuti dei privati. Un piano certamente ambizioso, perché bisogna essere ambiziosi quando ci si trova di fronte ad uno dei siti più belli del mondo ed in Italia, ad esempio, secondo solo a Roma per numero di visitatori.
Pompei è una delle città che la storia ci ha consegnato: ricca di fascino, di vissuto, di pathos. Chi ha avuto la fortuna di visitare gli scavi della città alle falde del monstrum Vesuvio, ne è uscito carico di suggestioni: passeggiando per le strade, visitando l’anfiteatro o la “Schola Armaturarum Juventis Pompeiani"- quella che purtroppo è stata vittima dei crolli dello scorso anno – sbirciando nel “lupanare” sembra di salire sulla macchina del tempo e di tornare indietro di venti secoli.
Questo è il fascino della città sepolta dal Vesuvio. Però, a ben vedere, soprattutto da parte dei tecnici, degli addetti ai lavori, dei turisti più attenti e soprattutto degli studiosi, Pompei esprime solo una parte del suo potenziale enorme: molte sono le aree degli scavi non aperte al pubblico, molti sono i reperti abbandonati, altrettante le zone non sorvegliate; insomma, come spesso accade quando la Fortuna (intesa nell’accezione di fato/destino) è prodiga, l’uomo non riesce ad apprezzarne la generosità e finisce per dare per scontato ciò che ha ricevuto in dono. Pompei, Napoli, la Campania hanno un’economia in ginocchio, un elevato tasso di disoccupazione, una difficilissima situazione sociale e per questo tutti, dalla cosiddetta società civile al mondo della politica e dell’imprenditoria, dovrebbero, anzi avrebbero dovuto già da molto tempo, capire che il futuro è nel turismo.
Bene hanno fatto, quindi, il Presidente della Regione Campania Stefano Caldoro ed il ministro Galan, i quali si sono impegnati in primissima persona mettendo in campo un piano di recupero e valorizzazione del sito archeologico. La cifra che il Ministero ha comunicato è di circa 105 milioni di euro con scadenza nel dicembre 2015.
La speranza è che il progetto Pompei non si trasformi, come spesso accade in Italia, nell’affare Pompei e che l’obiettivo sia davvero quello che il Ministro, seppur con un’iperbole, ha indicato: passare dai due milioni circa di visitatori agli otto. Quello che interessa a tutti, al di là dei numeri in sé, è ciò che essi esprimono: la possibilità di risollevare una parte sostanziale della provincia di Napoli e, in particolare, quella che è famigeratamente definita dalla Protezione Civile “La zona rossa”.
L’Italia troppo spesso ci ha insegnato che non sempre è una questione di soldi e, anzi, che quasi sempre è una questione di trasparenza, di serietà, di passione e di merito. La speranza è che tali principi tornino ad essere centrali e ad ispirare l’attività del ministro Galan come degli amministratori locali, per riportare la storia di venti secoli fa nel presente.