Garimberti alla presidenza Rai ma la partita è ancora tutta da giocare

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Garimberti alla presidenza Rai ma la partita è ancora tutta da giocare

24 Marzo 2009

Paolo Garimberti e Mauro Masi, rispettivamente presidente e direttore generale della Rai. Con questa accoppiata dovrebbe chiudersi l’intricata e quanto mai lunga trattativa tra Pd e Pdl sui vertici di viale Mazzini che ormai da oltre nove mesi sono in attesa di rinnovo. Il condizionale è d’obbligo visto come finora si sono concluse tutte le trattative ma stavolta sembra che proprio nulla possa mettere in crisi l’intesa raggiunta tra maggioranza ed opposizione. Il via libera al duo infatti è arrivato ieri in serata al termine dell’ennesimo incontro tra il sottosegretario Gianni Letta ed il segretario del Pd, Dario Franceschini. E proprio quest’ultimo avrebbe avanzato la candidatura dell’ex direttore del Tg2 ed editorialista di Repubblica il quale avrebbe incontrato il favore anche del centrodestra con lo stesso Gianfranco Fini che a caldo dai microfoni del Tg1 commentava con un “mi auguro che non sia un’ipotesi ma una notizia e sarebbe una bella notizia perchè la persona indicata ha tutte le garanzie di professionalità”.

Accanto al nome del presidente già individuato quello del direttore generale: Mauro Masi attuale segretario generale della Presidenza del Consiglio con delega all’Editoria. Un’ipotesi che da tempo era nell’aria anche se dal Pd ieri sera ribadivano ufficialmente che “l’accordo con il Pdl si limita soltanto al presidente”, come previsto dalla Legge Gasparri, e “non riguarda anche il dg la cui nomina spetta invece all’azionista ed al CdA”. Precisazione che suona piuttosto come una difesa preventiva alle immancabili accuse di consociativismo che potrebbero giungere da Di Pietro e dalla sinistra radicale. Ciononostante le probabilità che domani si possa completare il puzzle di viale Mazzini secondo questo schema sono altissime. Infatti è prevista per domani alle ore 16 la riunione degli azionisti Rai che appunto dovrebbe dare il via libera a Garimberti ed all’ottavo consigliere, indicato dal ministero del Tesoro, che sarà Angelo Maria Petroni. Invece per la nomina di Masi si dovrà attendere il primo CdA utile. Poi la parola spetterà alla Commissione di Vigilanza Rai che è già convocata per domani e che quindi potrebbe dare subito il via libera definitivo al board Rai.

Come prevede la legge l’elezione del presidente in Vigilanza necessita della maggioranza dei due terzi, quota facile da raggiungere anche qualora si verificasse la defezione di Idv visto l’accordo raggiunto. Poi si passerà all’elezione dei consiglieri divisi in quattro per la maggioranza e tre per l’opposizione. Anche in questo caso i giochi sono fatti dato che i vari partiti da tempo hanno sciolto le riserve in merito: Giovanna Bianchi Clerici per la Lega, Rodolfo De Laurentiis per l’Udc, Alessio Gorla, Guglielmo Rositani e Antonio Verro per il Pdl, Giorgio Van Straten e Nino Rizzo Nervo per il Pd. Chiuse le votazioni nel fine settimana potrebbe svolgersi anche il CdA per la nomina del dg che così completerebbe il vertice di viale Mazzini, dopo oltre nove mesi di trattative, scontri e polemiche che in alcuni casi hanno raggiunto livelli estremamente accesi. Scontri che alla fine hanno visto esclusioni eccellenti come quella di Claudio Petruccioli che fino all’ultimo aveva sperato in una sua riconferma, oppure rifiuti altrettanto illustri come quello di Ferruccio De Bortoli, direttore de Il Sole24Ore, che dinanzi all’offerta di Pd e Pdl ad assumere la presidenza di viale Mazzini ha risposto con un elegante “preferisco continuare a fare il giornalista”. E nel tritacarne Rai sono rimasti anche Pietro Calabrese, vittima per lo più della fine della stagione veltroniana nel Pd, e Pierluigi Celli a cui non ha giovato la troppa vicinanza con ambienti dalemiani.

Intanto però per una partita che si chiude se ne apre un’altra e cioè quella delle nomine di Rete che rappresenta l’altro grande piatto forte. Anche qui i nomi che circolano sono tanti e tutti debitamente distribuiti tra i vari partiti. Partendo dai tg ad esempio sembra certo che Gianni Riotta lascerà la conduzione del telegiornale di Rai Uno. Alla poltrona sono in molti ad ambire ma la lotta dovrebbe essere limitata a due nomi Maurizio Belpietro e Mario Orfeo, quest’ultimo sostenuto sia dal ministro Carfagna che dal sottosegretario Bonaiuti, anche se da An si spinge per Mauro Mazza attuale direttore del Tg2. Aria di cambiamento anche nel Tg2 dove appunto Mazza aspirerebbe alla guida del Tg1. Al suo posto oltre agli interni Luciano Ghelfi e Sonia Sarno c’è l’interesse della Lega che non vedrebbe male sulla poltrona di direttore del Tg2, o di vicedirettore, Gianluigi Paragone che proprio in queste ultime settimane va in onda sugli schermi di Rai Due con un suo programma. Per il Tg3 la corsa è tutta nell’opposizione dove ad un’ipotetica uscita di scena di Antonio Di Bella potrebbero fare il loro ingresso David Sassoli o Antonio Caprarica sempre che non la spunti Bianca Berlinguer. Ancora più complesso il risiko delle nomine dei direttori di Rete. Infatti su Rai Uno oltre ad una possibile riconferma di Fabrizio Del Noce si fa sempre più insistente la voce di un ritorno in Rai di Clemente Mimun proprio come direttore della rete ammiraglia, mentre su Rai Due potrebbe planare Mauro Mazza anche se come detto a lui interessa soltanto la direzione del Tg1. Invece su Rai Tre si potrebbe assistere alla conferma di Ruffini. Per Rai Cinema gli indizi portano a Carlo Rossella, attualmente a capo di Medusa, il quale però secondo alcuni viene dato in predicato di andare a condurre il Tg1. Infine per Rai Fiction ci potrebbe essere il grande ritorno di Agostino Saccà, cacciato dopo la storia delle intercettazioni telefoniche rivelatasi poi una bolla di sapone. Si tratterebbe di una riabilitazione in attesa comunque di un rinnovamento interno che potrebbe portare proprio Rossella alla presidenza qualora l’operazione su Rai Cinema non andasse a buon fine.

Nomi ed ipotesi che però in realtà per il momento sono ancora dei semplici sussurri perché fino a quando non si sarà chiusa la partita del CdA non si potrà aprire la stagione di caccia alle nomine. Una stagione che comunque è ormai molto prossima ad aprirsi.