Gates vs Jobs, alla saga dei “nerd” manca ancora il finale

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Gates vs Jobs, alla saga dei “nerd” manca ancora il finale

06 Agosto 2010

I pirati di Silicon Valley. Quattro parole per racchiudere una storia personale, ma che alla fine riguarda tutti noi, e dare il titolo ad un film. In questa pellicola del ’99 l’inizio della storia è il dietro le quinte di uno spot televisivo Apple del 1984 divenuto famoso perché girato da Ridley Scott. Lo strapotere della IBM veniva messo in discussione, riprendendo Orwell e il ‘suo’ 1984. Tolto il preambolo tutto il lungometraggio segue le fasi che hanno reso grandi sia la Apple di Steve Jobs che la Microsoft di Bill Gates. Il tono utilizzato è leggero e volutamente frizzante, ciò non toglie che in poco più di un’ora venga raccolta e raccontata una delle più grosse rivoluzioni culturali e industriali di sempre. Benvenuta dunque all’era dell’informatica a portata di tutti e un sentito ringrazi mento ai due “padroni del vapore” più famosi degli ultimi anni: Jobs vs Gates.

Gli inizi. E’ nel biennio ‘75-’76 che il futuro inizia a prendere forma. La Microsoft nasce nel 1975 a Albuquerque (Nuovo Messico, USA) e al suo vertice vede Bill Gates (come fondatore e presidente onorario) e Paul Allen (cofondatore) mentre l’anno successivo sono Steve Jobs e Steve Wozniak a dare vita alla Apple a Cupertino. Gli anni ’70 restituiscono un‘immagine completamente divergente delle due aziende. Se da una parte la Mela ha mille difficoltà ad esplodere Gates e soci sono lanciatissimi e aprono già filiali in Europa. Se Jobs si dedica all’hardware (la parte fisica del pc) Microsoft inizia a progettare software (sistemi operativi e linguaggi di programmazione). Ma vediamo come andò.

Steve Wozniak è il primo progettista del primo computer venduto da Apple. Per dare il via alla produzione costruisce un prototipo nel garage di casa e si fa pubblicità durante le sue conferenze all’Homebrew Computer Club. Proprio lì incontra il suo vecchio amico Steve Jobs che lo convince ad assemblare la macchina e venderla con lui. Così prende contatti con il proprietario di un negozio di computer della zona e gli presenta la macchina. Il proprietario ne compra 50 pagandole 500 dollari l’uno. Questa prima apparecchiatura si chiama Apple ed è discretamente potente ma povera nei componenti. Wozniak intanto pensa al modello successivo e Jobs contatta Mike Markkula il quale investe 250mila dollari. Nasce così, il primo aprile 1976,  la Apple Computer. L’Apple II viene presentato il 16 aprile del ‘77 e si ritiene che sia quella la data ufficiale della nascita dei pc. Ben diversa la saga Microsoft.

La storia di Microsoft Corporation inizia nel 1975, quando Paul Allen e Bill Gates propongono alla Micro Instrumentation and Telemetry Systems (MITS) di utilizzare un nuovo linguaggio di programmazione, Basic. Si tratta del primo linguaggio scritto per PC, funziona bene e nel febbraio dello stesso anno i due lo danno in licenza alla MITS. Curioso come Microsoft nasca solo più tardi, quando Gates abbandona gli studi presso l’Harvard University e Allen decide di lasciare il posto alla MITS per dedicarsi interamente al nuovo progetto. I due lanciano, così, la prima campagna pubblicitaria denominata "The Legend of Micro-Kid" in cui decidono di implementare il linguaggio Basic in modo tale da poterlo vendere ad altri distributori estendendo le funzionalità. Ad ostacolarne la vendita ad altri distributori però è la stessa MITS. Dopo una battaglia legale Microsoft ha la meglio e ottiene la libertà di vendere autonomamente il prodotto ad altre aziende. Nel 1978 viene aperto il primo ufficio internazionale della società in Giappone e nel ’79 ne apre una anche in Europa (Belgio). Come se non bastasse la società di Gates si inserisce perfino nel mondo Apple, rilasciando uno dei suoi primi prodotti hardware, la SoftCard Z-80, un microprocessore su circuito stampato che, inserito nel computer Apple II, consente di far girare su quella macchina migliaia di programmi.

Gli anni ’80. La scalata di Apple. Anche se la Ibm utilizza un sistema operativo testuale prodotto dalla Microsoft di Bill Gates molte piccole aziende utilizzano ancora l’Apple II ma la compagnia decide di uscire con una nuova macchina, forse prematuramente. I progettisti sfornano l’Apple III, che viene fuori dalla fabbrica con alcuni difetti; primo tra tutti la mancanza di una ventola, che lo fa surriscaldare molto velocemente. Per la serie anche i guru sbagliano: è riportato che proprio Jobs si opponesse al ventilatore ritenendolo non elegante.

Dopo aver in parte fallito anche il progetto successivo (il Lisa) si torna al punto di partenza, ovvero lo spot citato inizialmente e che richiama ‘1984’ di Orwell. Il nuovo prodotto, l’Apple Macintosh, viene presentato con una pubblicità televisiva che si basa sul romanzo di Orwell e sottintende un’analogia tra Grande Fratello e IBM, dove nella parte del liberatore si trovava, ovviamente, il Mac. La “liberazione” è legata all’Interfaccia grafica (GUI), che effettivamente consentirà anche agli utenti meno esperti di utilizzare il computer. Di pari passo nasce pure una figura mitica: il Mac evangelista. Ovvero una persona che, convinta della superiorità del Macintosh rispetto agli altri computer, cerca di convincere conoscenti e amici.

Se Apple sfonda Microsoft deborda. Nel 1980 Gates acquista per 50mila dollari un sistema operativo "veloce e sporco", il Q-Dos, "Quick and Dirt Operating System", che sarà alla base del futuro MS-DOS ed equipaggerà il rivoluzionario Macintosh. Microsoft diventa così il più importante sviluppatore di prodotti anche per il Mac.

Parlando del Dos non si può non citare l’aneddoto legato alla diffusione del capolavoro per eccellenza della casa di Gates, Windows. Gli abbonati di PC World trovano incluso nella rivista un floppy con una versione demo del programma: è la prima volta che un magazine include un floppy disk e molti pensano che sia gratis. Non è così, ma intanto entra nelle case il prodotto che fornisce un ambiente operativo di tipo grafico e permette di gestire finestre che consentono all’utente di vedere più programmi non correlati tra loro. L’inizio di una nuova era.

Gli anni ’90. In questo decennio si allarga la forbice tra le due società. Apple riesce a piazzare un solo colpo, ed è il nuovo portatile chiamato PowerBook (1990), che stabilì lo standard per tutti i futuri portatili: aveva lo schermo posto verticalmente e collegato tramite una cerniera alla tastiera posta orizzontalmente, la trackball e altre innovazioni. Di buono c’è pure il ritorno di Steve Jobs, che aveva abbandonato la società nel 1985 dopo una lotta di potere col nuovo CEO John Sculley.

Nel 1996 Jobs riesce a convincere il Cda Apple ad acquistare la NeXT Computer (di cui era proprietario) e a utilizzare NEXTSTEP (il sistema operativo sviluppato da NeXT) come base per le future versioni del sistema operativo Mac OS, diviene quindi il nuovo amministratore delegato e promuove lo sviluppo della linea iMac. Questo modello venderà talmente bene da salvare Apple dalla crisi finanziaria e a rilanciare il marchio.

Dall’altra parte della strada i prodotti Microsoft sono tradotti in 13 lingue ed esce la versione Windows 3.0: in un solo anno totalizza più di 4 milioni di copie vendute. Il secondo anno si passa a 6 milioni.

Nel 1992 il presidente George Bush premia Bill Gates con la “National Medal of Technology” per l’attività svolta, riconoscendogli l’intuizione relativa al pc, oltre alla perizia tecnica e di gestione manageriale nel creare una Compagnia di livello mondiale e al contributo per lo sviluppo dell’industria dei personal computer. Non solo, la rivista Fortune attribuisce a Microsoft, per il 1993, il titolo di “Compagnia più innovativa operante negli Stati Uniti”.

Nel 1998 nasce Windows 98 e la diffusione dei sistemi operativi di Bill Gates permette a Microsoft di imporre i propri formati come standard. Tanto che le tattiche e gli accordi commerciali utilizzati da Microsoft per aumentare le proprie quote di mercato sono spesso criticate ed anche accusate di illegalità e (più recentemente) di abuso di posizione dominante.

Gli anni 2000. La svolta, sotto forma di dispositivi di nuova generazione. La Apple nel maggio del 2001 annuncia l’apertura di una linea di propri negozi: gli Apple Store e nell’ottobre dello stesso anno presenta l’iPod, un lettore di musica digitale portatile. Apple rivoluziona così l’industria musicale e il nuovo gadget consente di vendere musica attraverso un negozio su Internet. Il negozio si chiama iTunes Music Store e vi si acquista una canzone per 99 centesimi di dollaro e un intero album per 9,99 dollari.

A dieci anni dal lancio, il 23 febbraio 2010, la casa della Mela annuncia di aver venduto 10 miliardi di brani (l’utente che ha scaricato il brano numero 10.000.000.000 ha vinto un buono di 10.000 dollari da spendere nello Store). Non è tutto, nel gennaio 2007, al Macworld Conference & Expo di San Francisco, Steve Jobs presenta l’iPhone, un telefono che negli ultimi tre anni ha venduto milioni di esemplari, diventando di fatto uno status symbol oltre che un valido strumento tecnologico.

Per Microsoft questi 10 anni trascorrono più tranquillamente, almeno fino al 27 giugno 2008, quando Bill Gates decide di lasciare la carica di Chief Software Architect, rimanendo, comunque, Presidente onorario della Società e consulente dei progetti più importanti. A prendere il suo posto è Steven Anthony Ballmer, imprenditore e informatico statunitense, che già dal Gennaio del 2000 ricopriva il ruolo di amministratore delegato dell’Azienda. Si chiude un’era e se ne apre un’altra, simboleggiata dall’apertura di una piccola catena di negozi per la vendita al dettaglio dei suoi prodotti, in stile Apple. Il 22 Ottobre viene così aperto il primo negozio della catena a Scottsdale, in Arizona e lo stesso giorno viene messo sul mercato Windows 7, miglioramento di Windows Vista.

Curiosità. Quando due grandi menti sono al lavoro, il frutto della loro inventiva non si ferma ai soli prodotti, ma spesso sfocia in una dialettica pungente e divertente: è il caso dei 2 protagonisti della saga che stiamo descrivendo. Ecco una breve galleria di frasi celebri pronunciate dai due – e da chi gli sta intorno – negli anni:

 “Essere l’uomo più ricco al cimitero non mi interessa… Andare a letto la notte sapendo che abbiamo fatto qualcosa di meraviglioso… quello mi interessa”. (Steve Jobs)

Nel corso di un’intervista fu chiesto a Bill Gates se avesse paura di diventare povero: "No – fu la risposta – Tanto continuerei a mangiare hamburger da due dollari!"

“Oggi stiamo per fare insieme un pezzo di storia”, riferendosi all’imminente presentazione dell’iPhone. (Steve Jobs)

"Per creare un nuovo standard serve qualcosa che non è leggermente differente: serve qualcosa di realmente nuovo e che catturi l’immaginario delle persone. Il Macintosh – tra tutti i sistemi che ho visto – è l’unico che incontra questo standard". Bill Gates (1984)

“Molti considerano la Pixar un successo fulmineo ma, a ben guardare, i successi fulminei possono richiedere molto tempo”. (Steve Jobs)

"Microsoft ha avuto solo due obiettivi negli ultimi 10 anni. Uno era copiare il Mac e l’altro era copiare il successo di Lotus nei fogli di calcolo. Microsoft ha raggiunto entrambi gli obiettivi. E ora sono completamente persi". Steve Jobs (1994)

"Ci sono alcune poche cose che sono vietate nella nostra casa. iPod e iPhone sono cose che non diamo ai nostri figli". Melinda Gates (2009)

"Non sono rattristato dal successo di Microsoft – se lo sono meritati in larga parte. Ho un problema con il fatto che realizzano soluzioni scadenti". Steve Jobs (1994)

"Penso che Bill Gates sia un bravo ragazzo. Non siamo quelli che si possono definire ‘i migliori amici’, ma parliamo circa una volta al mese. Penso che Bill e io abbiamo differenti valori. Mi piace molto Bill e ammiro i suoi risultati, ma le aziende che abbiamo costruito sono molto diverse l’una dall’altra". Steve Jobs (1994)

"I nostri amici del nord [Microsoft] spendono 5 miliardi in ricerca e sviluppo e tutti sembrano indirizzati a copiare Google e Apple". Steve Jobs (2006)

Infine, un must. In un episodio della 20° stagione de “I Simpson” viene aperto a Springfield un Mapple store, chiarissimo riferimento alla catena di negozi Apple. Lisa è interessata a comprare un Mypod e nel corso della puntata si trova a parlare di persona con Steve Mobbs. Le citazioni si susseguono di continuo, in una scena ad esempio viene replicato il famoso spot "1984", con l’uomo dei fumetti che scaglia il martello contro un megaschermo dal quale Mobbs parla alla folla.

Ad oggi, le due realtà sono in buona salute e sembrano destinate ad un lungo e fortunato periodo di prosperità. Tralasciando (ovviamente) l’ultimo episodio che ha visto protagonista il nuovissimo iPhone4, rilasciato e subito richiamato per problemi di ricezione, tanto di meritarsi per l’intera vicenda l’appellativo di antenna-gate, si sono specializzate ognuna in un ambito diverso, seppur con le dovute contaminazioni, e si rispettano reciprocamente. Sono finiti i tempi delle lotte senza quartiere e della concorrenza sullo stesso terreno. L’unica cosa che può fermarle è l’età che avanza. Per i fondatori ma anche per le società stesse, che dovranno sapersi rinnovare in continuazione per poter stare al passo con chi, come fecero loro più di 30 anni fa, scalpita per emergere e conquistare un posto al sole nel mondo dei “nerd”.