Gaza. L’Italia promette 100mln di dollari per la ricostruzione

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Gaza. L’Italia promette 100mln di dollari per la ricostruzione

02 Marzo 2009

"E’ ora di assumersi il rischio della pace". In questo modo il presidente francese Nicolas Sarkozy è intervenuto alla Conferenza dei Donatori per Gaza in corso oggi a Sharm El Sheikh esortando tutti i palestinesi a riunirsi in un "governo di unione nazionale" guidato dal presidente palestinese Abu Mazen.

Per il capo dell’Eliseo si tratta di una questione di volontà: il 2009 potrebbe diventare "l’anno della pace" solo se tutte le parti s’impegneranno. Ricordando che la conferenza di Parigi per lo stato palestinese di dicembre 2007 "ha permesso di mettere in circolo 7,7 miliardi di dollari in tre anni", tre dei quali sono stati finanziati nel 2008 , il presidente francese ha ricordato che la ricostruzione di Gaza è essenziale, "ma non bisogna dimenticare la Cisgiordania, dove Mahmud Abbas ha avuto il merito di mantenere la calma" durante la recente guerra nella Striscia di Gaza.

Ai dirigenti palestinesi, e in particolare a quelli di Hamas, con tono molto deciso il capo dell’Eliseo ha scandito: "Se volete essere rispettati, dovete seguire una politica rispettabile, cioè una soluzione politica con Israele. Dovete riconoscere la sicurezza di Israele". "Lo status quo – ha quindi incalzato Sarkozy – alimenta il terrorismo, non dà vantaggi che agli estremisti, boicotta i dirigenti arabi moderati. Io sono convinto che il tempo lavori contro di noi. E’ arrivato il momento di rivoluzionare le agende per risolvere un conflitto che non è regionale, ma mondiale nelle sue conseguenze".

Nel frattempo il premier Silvio Berlusconi ha annunciato durante il suo intervento che il contributo italiano per la ricostruzione della Striscia di Gaza è di 100 milioni di dollari. Ma la partecipazione dell’Italia potrebbe andare ben oltre: per facilitare il dialogo tra le parti, Berlusconi vorrebbe mettere a disposizione la sede di Erice per i negoziati di pace e vorrebbe "farsi carico dei costi logistici delle delegazioni di tutti gli Stati".

Berlusconi ha poi sottolineato che tra le priorità del G8 sotto presidenza italiana sarà inserito anche il rilancio di un piano Marshall per l’economia palestinese: "Non ci può essere pace vera in Medio Oriente tra due popoli divisi tra troppo differenti tenori di vita", è stato il ragionamento del presidente del Consiglio, che ha esortato la comunità internazionale ad impegnarsi nello sforzo di "elevare il livello di vita dei palestinesi".

Tra le iniziative che il Cavaliere ha in mente c’è la ricostruzione delle infrastrutture nell’area, come quelle di nuovi aeroporti  "per far affluire un numero sempre maggiore di turisti verso i luoghi della Terrasanta", ma ha anche aggiunto che "si sta lavorando a contatti con i grandi gruppi alberghieri e con le grandi multinazionali per costruire le proprie sedi e i propri uffici". Ma non è tutto. "Abbiamo preso contatti – ha assicurato il presidente del Consiglio – con le più importanti organizzazioni del benessere e medicali per il proseguimento della vita". Tra i programmi di sviluppo ci sarebbe anche il collegamento tra il Mar Morto e il Mar Rosso, un’opera che "porterebbe nella regione energia elettrica di cui c’è bisogno, acqua con un sistena di dissalatori per rendere coltivabili molte zone che non lo sono e attirerebbe molti turisti".

Affinché tutto ciò possa avvenire, continua Berlusconi, è necessario che lo Stato palestinese dia "le più ampie garanzie per una sua ripresa economica". Solo quando ci sarà la pace vera e una convivenza pacifica tra i due popoli "scatteranno i sostegni di tutto il mondo affinchè l’economia palestinese possa diventare un’economia di benessere".

Il premier ha concluso il suo intervento invitando tutte le delegazioni presenti "a un sforzo di generosità per questa occasione che riguarda la ricostruzione di Gaza" e a "un ulteriore sforzo di responsabilità e di generosità per quello che poi dovremmo tutti insieme compiere per fare dello Stato palestinese un Stato prospero".