Gaza. Si abbassano le armi per la breve tregua

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Gaza. Si abbassano le armi per la breve tregua

08 Gennaio 2009

Per il secondo giorno consecutivo Israele sospende oggi per tre ore i bombardamenti sulla Striscia di Gaza per consentire l’ingresso di aiuti umanitari per la popolazione palestinese, sempre più stremata dopo 13 giorni di offensiva militare che ha provocato la morte di circa 700 persone.

Nel corso della mattina sono proseguiti i raid contro gli obiettivi di Hamas, e ci sono stati violenti combattimenti nei settori di Beit Lahya e di Jabaliya, nel nord del territorio. Tre miliziani della Jihad islamica sono rimasti uccisi in un raid aereo, e altri due sono rimasti feriti. Morto anche un ufficiale dell’esercito israeliano che si trovava a bordo di un carro armato nell’area dell’ex colonia di Netzarim, centrato da un missile anti-carro. Si tratta del settimo soldato caduto dall’inizio dell’offensiva di terra.

Stamattina hanno risuonato nuovamente le sirene d’allarme anche nelle comunità israeliane nel Negev occidentale. Almeno sei missili sono caduti nella regione sud di Israele, uno nei pressi della città di Ashdod. Ma ad innalzare ulteriormente la tensione hanno contribuito i tre razzi katyusha sparati stamattina dal Libano meridionale contro il nord di Israele, che hanno ferito lievemente cinque persone. Hezbollah, che ieri aveva minacciato Israele di essere pronto a qualsiasi eventualità, ha negato un suo coinvolgimento nell’attacco, subito condannato dal governo di Beirut. L’esercito israeliano dal canto suo ha risposto aprendo il fuoco in direzione della località da cui sono partiti i razzi, mentre i caschi blu dell’Unifil hanno intensificato i pattugliamenti nell’area di confine.

Sul fronte diplomatico continuano gli sforzi da parte della comunità internazionale per trovare una via d’uscita dalla crisi. Oggi al Cairo è atteso il negoziatore israeliano Amos Gilad per colloqui con i responsabili locali. Ma il presidente egiziano Hosni Mubarak ha invitato nella capitale egiziana direttamente il premier israeliano Ehud Olmert, per discutere della proposta franco-egiziana per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza.

Al centro dei colloqui di oggi tra Gilad e i rappresentanti egiziani c’è la questione del controllo del confine tra la Striscia e l’Egitto, per mettere fine al contrabbando di armi verso Hamas. Secondo quanto riporta il quotidiano israeliano Haaretz, nonostante ci si siano state più dichiarazioni che indicano che c’è una volontà di trovare un accordo sulla tregua, permangono però significative divergenze tra Egitto e Israele. Il governo di Gerusalemme come precondizione alla tregua chiede una soluzione al problema del contrabbando di armi, mentre Il Cairo chiede che siano prima aperti i valichi di confine con la Striscia.