GB: a Londra il primato per il cosmopolitismo

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

GB: a Londra il primato per il cosmopolitismo

19 Ottobre 2007

Di tutte le metropoli Londra è sicuramente la più cosmopolita. Ben un terzo delle persone che vivono nella capitale britannica è nato all’estero da genitori stranieri, secondo dati resi noti oggi dall’ufficio centrale di statistica.

Il vistoso trend è destinato ad accentuarsi: in media infatti – segnala sempre l’Office for National Statistics – circa diecimila forestieri si stabiliscono ogni mese in pianta stabile a Londra che sembra prosperare da questo massiccio apporto internazionale.

Nella cosidetta “Greater London”, che comprende non soltanto la città delimitata dalla linea circolare della metropolitana ma anche i sobborghi, vivono in tutto 7,4 milioni di persone. Di queste soltanto cinque milioni scarsi possono vantare una nascita all’interno del Regno Unito, come sudditi “doc” della regina Elisabetta.

Gli indiani costituiscono la minoranza etnica più numerosa: sono circa 200.000. Vengono poi i nativi del Bangladesh (115.000), gli irlandesi (113.000), i giamaicani (108.000) e i polacchi (100.000). Consistente anche la presenza di nigeriani, pachistani e degli originari dello Sri Lanka.
Laburisti e liberal-democratici vedono di buon occhio quest’ immigrazione malgrado comporti grossi costi in assistenza sociale, nella convinzione che l’insieme degli stranieri contribuisce in modo importante al vistoso, impetuoso successo economico della metropoli.

A detta del ministero degli Interni, la forte immigrazione ha fruttato l’anno scorso al Regno Unito una crescita economica pari a circa nove miliardi di euro e una parte consistente di questi benefici e’ stata incamerata proprio da Londra.

Non tutti però sono altrettanto positivi. Per i conservatori, principale forza di opposizione al governo laburista capeggiato da Gordon Brown, il flusso di extracomunitari verso la capitale britannica è un fenomeno “assolutamente inaccettabile” e andrebbe limitato attraverso la fissazione di ferrei tetti annui per gli stranieri in arrivo da Paesi non-Ue.