Gb al voto: i democratici corteggiano Blair, ‘insieme contro Brexit’
19 Aprile 2017
di redazione
Prove di corteggiamento da parte dei Liberaldemocratici britannici nei confronti di Tony Blair e del ‘blairiani’ superstiti del Labour: obiettivo, creare un fronte anti-Brexit in vista delle elezioni anticipate dell’8 giugno annunciate ieri dalla premier conservatrice, Theresa May, e destinate secondo tutte le previsioni a rafforzare la maggioranza Tory e a blindare la Brexit.
Fonti dei Liberal democrats, citate da alcuni media del regno, ipotizzano in queste ore “una piattaforma comune” con l’ex premier e con altri esponenti laburisti europeisti come il deputato Chuka Umunna, effimera speranza un paio d’anni fa di chi auspicava l’ascesa di un ‘Barack Obama britannico’. L’idea è per il momento esclusa da un portavoce di Blair, che tuttavia in un intervento pubblico ha già lanciato un appello piuttosto ambiguo a votare l’8 giugno collegio per collegio, puntando genericamente su candidati “di mente aperta sulla Brexit”.
Blair resta, ancora dopo anni, largamente impopolare nel Paese, ma conserva un notevole impatto sui media e nelle speranze del leader dei Libdem, Tim Farron, potrebbe avvicinare al suo partito almeno una parte di laburisti ‘moderati’ scontenti della linea radicale di Jeremy Corbyn e delle sue cautele sull’Ue. Un progetto che tuttavia, secondo diversi osservatori, se anche andasse in porto, minaccia al limite di danneggiare il Labour, non certo May: e, anzi, sembra poter persino avvantaggiare i Conservatori, tenuto conto del sistema elettorale britannico.
Detto ciò, il voto anticipato ha una sola direzione accelerare la Brexit. E fermo restando che la signora May non è esattamente la prima dei cretini, e che il referendum non è stato vinto per una manciata di voti, Blair o non Blair, per fermare l’uscita dall’Unione c’è bisogno di altro.