Gelli muore a Villa Wanda, ultima intervista su Strage di Bologna

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Gelli muore a Villa Wanda, ultima intervista su Strage di Bologna

17 Dicembre 2015

E’ morto ieri Licio Gelli, l’ex "venerabile" della Loggia massonica P2, lo scandalo scoppiato all’inizio degli anni Ottanta che fece tremare la classe dirigente italiana. Gelli, che era nato il 21 aprile del 1919 ed ha attraversato giocando su più tavoli tutta la storia del Novecento, si è spento a Villa Wanda, ad Arezzo. Imprenditore, faccendiere, era stato condannato per depistaggio nelle indagini sulla strage di Bologna del 1980.

 

Proprio di quella tragica giornata per la storia italiana Gelli era tornato a parlare nell’ultima intervista rilasciata tempo fa alla Tv Svizzera, dicendo che la strage fu "un incidente" e non un attentato terroristico. "Chi trasportava l’esplosivo si fermò a Bologna, da lì  doveva sicuramente prendere un altro treno", ha raccontato Gelli. "L’esplosivo era avvolto nella carta… Poi qualcuno ha lanciato un mozzicone…", insomma un pacco pieno di esplosivo che esplode per un gesto maldestro, non una bomba pianificata. Secondo il presidente della associazione dei familiari delle vittime della Strage, Bolognesi, la pista Gelli è "una panzana vecchia e ritrita". "Un esplosivo inerte non può esplodere senza l’innesto. Tanto più può farlo esplodere una sigaretta", ha spiegato già in passato Bolognesi.

 

In ogni caso la sentenza del ’95 sulla strage ha visto la condanna di Fioravanti e Mambro "come appartenenti alla banda armata che ha organizzato e realizzato l’attentato di Bologna", accusandoli di "aver fatto parte del gruppo che sicuramente quell’atto aveva organizzato". Nel 2007, alla condanna si aggiunge anche Luigi Ciavardini. Ancora buio sui presunti mandanti. Il 22 aprile del 2014, il Governo Renzi ha declassificato, tra gli altri, le informazioni sulla strage alla stazione di Bologna togliendo il segreto di stato.