Gelmini: “Nel mio liceo finirà il caos sperimentazioni”

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Gelmini: “Nel mio liceo finirà il caos sperimentazioni”

24 Novembre 2009

È necessario uscire da una situazione caotica per permettere ai genitori di scegliere la via più giusta per i propri figli. Lo scrive il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Maria Stella Gelmini, in una lettera sul quotidiano La Stampa affrontando il tema della riforma dei licei.

“L’offerta formativa a disposizione delle famiglie si arricchisce – scrive il ministro – si passa dagli attuali tre licei a sei percorsi liceali. Si aggiungono infatti, il liceo musicale-coreutico, il liceo linguistico e liceo delle scienze umane”. “Con la Riforma quindi si esce da un quadro caotico di sperimentazioni e indirizzi, che non era più possibile sostenere – continua la Gelmini -. Le sperimentazioni per loro natura hanno un tempo limitato, passato il quale o diventano ordinamento oppure devono chiudere”.

Il ministro affronta poi la questione delle ore di lezione e ricorda che “la più recente indagine Ocse sulla scuola in Italia ci rimprovera appunto le troppe ore di lezione. I risultati delle prove di valutazione delle università lo denunciano chiaramente. La media europea delle ore di insegnamento nella secondaria è si 28 ore. I licei – sottolinea la Gelmini – avranno orari diversi tra loro: nei bienni si va dalle 27 ore dello scientifico, linguistico, scienze umane e classico, alle 32 per il musicale e le 34 dell’artistico. Nel triennio tutte le ore aumentano: si andrà da un minimo di 30 ad un massimo di 35. Negli istituti tecnici si passa dalle attuali 900 ore annue effettive a 1056 ore di lezione”.

“La fase di ‘Dialogo con la scuola’ che è in corso serve a mettere a fuoco ed a raccogliere proposte e suggerimenti circa materie e caratterizzazioni disciplinari e contenutistiche di cui si terrà conto nella stesura del Regolamento che andrà in approvazione a dicembre. Infine – conclude la Gelmini – voglio ricordare che gli istituti potranno utilizzare la quota di autonomia per qualificare la propria offerta formativa. Questo dimostra che è possibile conservare ampi spazi di progettazione”.