Genova. Saccheggiavano salme e tombe, arrestati 7 dipendenti comunali

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Genova. Saccheggiavano salme e tombe, arrestati 7 dipendenti comunali

19 Giugno 2010

Furti sui cadaveri nel cimitero genovese di Staglieno. Secondo quanto riporta ‘Il Secolo XIX’, un esposto alla magistratura, anonimo ma circostanziato e corredato di fotografie, documenta furti di dentiere in oro e protesi in acciaio, titanio e altre leghe costose commessi al momento della riapertura delle tombe per l’ispezione ventennale e il trasferimento negli ossari.

Sarebbero coinvolte almeno sette persone, tutte dipendenti comunali. Quattro tumulatori e tre ispettori, sono stati denunciati dai carabinieri del comando provinciale di Genova per avere sistematicamente e per anni depredato i cadaveri riesumati di protesi dentali e ortopediche, anelli e monili lasciati loro addosso dai parenti. I reati contestati sono vilipendio di tombe, sottrazione, distruzione e soppressione di cadavere, peculato, furto di arredi di interesse storico ed artistico, con l’aggravante di essere stati commessi in un luogo di sepoltura. I sette, tutti in servizio presso il cimitero monumentale di Staglieno, secondo i militari che hanno depositato presso la procura della Repubblica di Genova una dettagliata informativa, erano soliti rubare anche materiali pregiati, come marmi e arredi, nonchè statue e fregi.

Tutto il materiale era selezionato, stoccato e rivenduto. Le protesi dentali, se non d’oro, erano piazzate su un mercato nero di cui persino i carabinieri ignoravano l’esistenza. Dalle protesi ortopediche, gli "sciacalli" ricavano le leghe pregiate ed il metallo raro, come il titanio, che riuscivano a rivendere senza problemi. La stessa fine faceva l’alluminio delle bare che venivano svuotate, pressate e rivendute a peso. I cadaveri erano violati all’interno della "sala lavori" del cimitero di Staglieno.

Il materiale rimosso dalle salme veniva suddiviso in bacinelle e stoccato all’interno degli armadietti dei tumulatori. Le dentiere, secondo i militari, erano acquisite in blocco da un ex dipendente dei servizi cimiteriali del Comune. Questi si recava con la moglie nella zona di Staglieno – dove sono sepolti anche alcuni suoi parenti – e passava le buste contenenti denaro all’ex collega in cambio degli oggetti sottratti ai morti. Le protesi ortopediche seguivano un "iter" più complicato. Ciascun impiegato del comune conosceva personalmente singoli acquirenti. Talvolta passavano settimane prima che gli oggetti potessero essere venduti. E spesso venivano raggruppati e venduti a blocchi.

I militari avrebbero fotografato lo scambio di denaro e protesi, annettendo all’informativa anche un dossier fotografico. Un’altra fonte di guadagno proveniva, secondo i militari, dalla compressione nei loculi delle bare in zinco, senza attendere la mineralizzazione delle ossa come previsto dal regolamento, così da ricavare maggiore spazio, che assicuravano dietro compensi "in nero" ai parenti degli estinti desiderosi di trovare una sistemazione ai propri cari.

La procura ha aperto un’inchiesta, che si aggiunge a quella su un presunto giro di favoritismi intorno alle liste di attesa per il passaggio delle salme dal deposito comune alle tombe del cimitero di Staglieno. In questo caso i dirigenti comunali nel 2009 avevano segnalato alla magistratura voci da parte di cittadini di mazzette per velocizzare l’iter delle tumulazioni.