Georgia: Saakashvili vince le elezioni ma la stabilità è lontana

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Georgia: Saakashvili vince le elezioni ma la stabilità è lontana

07 Gennaio 2008

Il Presidente uscente della Georgia, Mikhail Saakashvili, ha
vinto le elezioni presidenziali tenutesi sabato 5 febbraio. Tuttavia, i
risultati sono contestati dall’opposizione e la giovane democrazia del paese
caucasico vive ancora dei momenti di tensione, mentre Stati Uniti e Russia sulla
questione prendono posizioni contrastanti.

La commissione elettorale ha riconosciuto a Saakhsvili il
52,8% dei voti, mentre il suo principale rivale Levan Gachechiladze non è
andato oltre il 27%: avendo il presidente uscente superato la maggioranza
assoluta, non è necessario un ballottaggio tra i due candidati più votati. Saakhsvili
si è così proclamato vincitore. Secondo il comunicato ufficiale della
delegazione degli osservatori dell’Osce, le elezioni si sono svolte “in linea
con le raccomandazioni e gli standard per elezioni democratiche”, sebbene si
denuncino “intimidazioni” durante la campagna elettorale e lentezze nello
scrutinio. Contemporaneamente alle elezioni presidenziali, si sono svolti due
referendum: il primo, di natura consultiva, ha approvato con il 61% di voti un
eventuale ingresso della Georgia nella Nato (solo il 17% per cento era per il
no); il secondo ha anticipato le elezioni legislative a marzo del 2008, come
richiesto dall’opposizione georgiana lo scorso anno.

Gli oppositori hanno contestato i risultati elettorali
affermando di aver vinto in diversi distretti, hanno accusato il presidente di
manomissione delle schede e hanno chiesto perciò il ballottaggio tra Saakhsvili
e Gachechiladze. Per sostenere tale richiesta, i partiti di opposizione hanno convocato
i loro sostenitori a Tiblisi per manifestare contro il presidente, tuttavia,
come nota il quotidiano britannico Telegraph del 7 gennaio, “il tentativo di
portare le persone in piazza non sembra avere la stessa forza che ebbe durante le
manifestazioni dello scorso novembre”. Mentre infatti due mesi fa lo sciopero
coinvolse decine di migliaia di persone e durò una settimana, forzando Saakhsvili
ad anticipare le elezioni presidenziali, secondo quanto riporta sempre il 7
gennaio il francese Le Figaro “tra 5 e 10 mila persone si sono raccolte
domenica mattina per un’ora nel centro di Tiblisi, prima di disperdersi
pacificamente”.

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