Germania e Austria contestano l’inasprimento delle sanzioni Usa alla Russia
16 Giugno 2017
di Redazione
Il voto del Senato statunitense di questa settimana a proposito dell’inasprimento delle sanzioni alla Russia – che sottrae anche alla Casa bianca l’autorità di ridimensionare autonomamente le misure sanzionatorie – è stato contestato dal ministro del Esteri tedesco Sigmar Gabriel (Spd), e fuori dalla Germania anche dal premier austriaco Christian Kern; entrambi hanno accusato gli Usa di ricorrere alle misure sanzionatorie contro la Russia come strumento a doppio taglio, per danneggiare gli interessi politici ed economici europei.
Ma le critiche di Gabriel fanno riferimento anzitutto all’ambizione, vista male dalla Germania, degli Stati Uniti di contestare alla Russia il mercato europeo del gas naturale. Le nuove sanzioni, infatti, rischiano di colpire le imprese europee che partecipano alla costruzione del gasdotto Nord Stream II, tra cui le tedesche Basf e Omv. “L’approvvigionamento energetico europeo è una questione europea, non degli Stati Uniti d’America”, hanno affermato in una dichiarazione congiunta Gabriel e Kern, entrambi socialdemocratici. Strumenti come le sanzioni politiche, hanno dichiarato i due politici, non dovrebbero trasformarsi in armi al servizio dei propri interessi economici.
Il Governo austriaco, così come Gabriel, hanno più volte auspicato un allentamento delle sanzioni contro la Russia. Il provvedimento approvato dal Senato Usa dovrà passare al vaglio della Camera ed essere firmato dal presidente Donald Trump, che però pare avere le mani legate: respingere il provvedimento non farebbe che esporlo a nuove accuse di collusione con la Russia.
Intanto arriva il commento del rappresentate commerciale russo negli Stati Uniti, Aleksander Stadnik: “Le parti legate all’energia del disegno di legge – ha sottolineato – non riguardano solo la pressione politica, ma anche l’uso delle sanzioni per la concorrenza sleale“.