Germania, muore Reich-Ranicki. Il lato spettacolare della letteratura

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Germania, muore Reich-Ranicki. Il lato spettacolare della letteratura

19 Settembre 2013

 È morto il "papa" dei critici letterari, come lo chiamavano i tedeschi, Marcel Reich-Ranicki, grande studioso di Thomas Mann e animatore del Gruppe 47, un incontro annuale in cui i giovani scrittori presentavano le loro opere inedite, e dove per la prima volta sono state lette le poesie di Paul Celan e "Tamburo di latta" di Günter Grass. Suo era il programma televisivo "Literarisches Quartett", temutissima tribuna dove con grande acume e ironia Reich-Ranicki, tra il 1998 e il 2001 distrusse o consacrò oltre 400 volumi, tra romanzi e saggi. 

Marcel Reich-Ranicki, ebreo polacco nato nel 1920, era scampato al massacro del Ghetto di Varsavia. Proprio dell’anno scorso è la sua ultima intervista televisiva in cui il grande critico, seduto su una poltrona di pelle nera, racconta il suo rapporto con la morte: "Non ho paura della morte. Ho paura di non esistere più. Tutti sanno che la vita finisce a un certo punto. Ma raramente ci rendiamo conto che noi stessi siamo quelli che moriranno . Mentre il mondo continua ad esistere intatto. La letteratura a volte apre gli occhi in anticipo a queste verità prima".  
Per lui "il primo dovere di un critico è la sincerità", motto a cui è stato sempre fedele, tanto da stroncare il romanzo di Grass "È una lunga storia", e la sua incorruttibilità gli valse anche il libro "Morte di un critico" di Martin Walzer. Irascibile e polemico, ha scritto per il settimanale "Zeit" e nel 2008 ha rifiutato un’onoreficienza della Zdf per protesta contro i pessimi standard della tv tedesca. 
Con la morte di Marcel Reich-Ranicki, il panorama letterario tedesco perde il suo attore più brillante.