Germania sotto attacco: ancora sangue rivendicato dall’Isis. L’attentatore è un rifugiato siriano che doveva essere espulso

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Germania sotto attacco: ancora sangue rivendicato dall’Isis. L’attentatore è un rifugiato siriano che doveva essere espulso

25 Luglio 2016

Non si ferma la scia di sangue nel sud della Germania. E in Baviera è ancora terrore. Uno scoppio improvviso, alle 22 di ieri sera, dinanzi a un ristorante nel centro di Ansbach. La gente è in preda al panico, il Paese vive l’ennesimo incubo. Il terzo in 48 ore. Il “nuovo terribile attentato” è avvenuto a una quarantina di chilometri da Norimberga. Un rifugiato siriano di 27 anni si è fatto saltare in aria durante un festival musicale, il vero obiettivo dell’attentatore, provocando 12 feriti, nessuno dei quali in pericolo di vita.

Il concerto è stato immediatamente interrotto e i circa 2.500 spettatori sono stati allontanati dall’area. Inizialmente Bild online e Ntv avevano dato come possibile causa una fuga di gas. E’ toccata al ministro dell’Interno bavarese, Herrmann, la responsasbilità di comunicare che non si trattava di un incidente, ma di un atto intenzionale. E in una conferenza stampa, ha spiegato che l’attentatore intendeva colpire per ‘fermare’ il festival musicale a cui partecipavano 2.500 persone. Tuttavia l’uomo, che è morto, non è riuscito a fare esplodere il suo ordigno dove voleva. Secondo informazioni della tv Ntv, nessuno dei 3 feriti gravi dell’attentato è in pericolo di vita.

Ed è stato aggiunto, dallo stesso Hermann, che l’attentato suicida  è “molto probabilmente” un atto di terrorismo islamico. Secondo la Bild, l’attentatore avrebbe avuto un colloquio telefonico con il cellulare prima di far esplodere la bomba contenuta nello zainetto. Gli investigatori starebbero indagando per capire con chi abbia parlato e se il 27enne profugo siriano avesse avuto da qualcuno l’incarico di compiere l’attentato. Secondo testimoni oculari, riportati da Bild, l’attentatore ha provato a entrare nell’area del concerto ma è stato respinto perché non aveva il biglietto. 

Stando alla prime indiscrezioni al 27enne siriano era stata respinta la domanda di asilo lo scorso anno. Lo riferisce il ministro dell’Interno bavarese Joachim Herrmann, aggiungendo che le autorità tedesche avevano permesso all’uomo di rimanere in Germania a causa del conflitto in corso in Siria. Il 27enne, ha detto ancora il ministro, aveva tentato di uccidersi in occasioni precedenti ed era stato trattato in una clinica psichiatrica.

L’agenzia stampa tedesca Dpa, per giunta, riferisce che l’attentatore di Ansbach era finito più volte nel mirino della polizia anche per reati legati alla droga. E risulta, inoltre, che il rifugiato siriano di 27 anni doveva essere estradato in Bulgaria.

La polizia ha costituito una commissione speciale con oltre 30 investigatori che guiderà le indagini sull’attentato di Ansbach e ha richiesto ai cittadini presenti al concerto di inviare foto e filmati registrati durante la serata.

Intanto è arrivata anche la rivendicazione di matrice islamica: attraverso l’agenzia Amaq, ha rivendicato l’attentato: “Ha eseguito l’operazione rispondendo all’appello di colpire i Paesi della coalizione che combatte lo Stato Islamico”.

La bomba esplosa, secondo gli inquirenti, era di fabbricazione artigianale ed era stata assemblata dallo stesso Mohammed Delel. Nell’abitazione del siriano sono stati trovati altri materiali per la fabbricazione di ordigni, una tanica con liquido infiammabile, acido cloridrico, alcol puro, un saldatore, cavi e batterie. Nel suo cellulare aveva un video contenente minacce in nome di Allah. Delel inoltre aveva 6 profili Facebook, almeno uno dei quali con dati personali falsi. Sui cellulari sono state trovate diverse conversazioni Whatsapp, tutte al vaglio degli inquirenti.